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Taranto
21 Novembre 2025 - 11:51
I blocchi stradali di ieri davanti all'ex Ilva a Taranto
TARANTO - Sono stati sospesi i blocchi stradali che nelle ultime ore avevano paralizzato la viabilità intorno alla città, dopo l’annuncio del via libera del Consiglio dei ministri al decreto che introduce misure urgenti per garantire la continuità produttiva dell’ex Ilva. La decisione è stata accompagnata dalla convocazione, per il 28 novembre, di un tavolo unitario presso il Mimit.
Restano però profonde le distanze tra governo e sindacati, che continuano a chiedere un confronto diretto a Palazzo Chigi e il ritiro del piano industriale giudicato insostenibile. Le organizzazioni ritengono infatti che il progetto così formulato porterebbe alla chiusura degli stabilimenti del gruppo.
La giornata di ieri è stata segnata da una mobilitazione imponente: sciopero, occupazione della fabbrica e blocchi sulle statali 100 e 106, oltre che sulla strada per Statte, hanno mandato in tilt il traffico. Alla protesta si erano aggiunti anche i lavoratori dell’appalto metalmeccanico Eni e le Rsu, che avevano proclamato 8 ore di sciopero per oggi in segno di solidarietà con gli addetti dell’ex Ilva. La decisione di sospendere l’iniziativa è arrivata dopo la convocazione dell’incontro del 28 novembre.
Le sigle metalmeccaniche – Fim, Fiom, Uilm e Usb – hanno chiesto che il vertice si svolga in un’unica sessione, contrariamente a quanto proposto nella nota del Mimit, che prevedeva momenti distinti per gli impianti del Nord e per gli altri siti del gruppo. Poi l'accettazione della richiesta da parte dell'esecutivo ha datto il via libera allo sblocco delle strade. I sindacati torneranno comunque a riunirsi nelle prossime ore per valutare ulteriori iniziative.
Il piano contestato prevede la rimodulazione dell’attività produttiva, lo stop alle batterie di cokefazione dall’1 gennaio, e un percorso di formazione per 1.550 lavoratori, che si aggiungerebbero ai 4.450 attualmente in cassa integrazione straordinaria. Se non ci saranno modifiche – avvertono le organizzazioni sindacali – lo stabilimento di Taranto rischia di chiudere definitivamente entro marzo.
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