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Taranto

Emiliano al presidio degli ex Ilva: “Senza gli impianti Dri non esiste un futuro occupazionale”

Il presidente uscente della Regione ribadisce la necessità dei nuovi impianti per garantire continuità produttiva e tutela dei posti di lavoro. Poi replica ai contestatori e sollecita il governo a “dire la verità”

Michele Emiliano davanti allo stabilimento ex Ilva a Taranto

Michele Emiliano davanti allo stabilimento ex Ilva a Taranto

TARANTO - Il presidente uscente della Regione Puglia Michele Emiliano ha raggiunto ieri il presidio dei lavoratori ex Ilva denunciando l’esistenza di opposizioni trasversali alla realizzazione degli impianti Dri, considerati fondamentali per la riconversione dell’area industriale. Emiliano ha spiegato che, a suo giudizio, il completamento dei Dri renderebbe Taranto un polo strategico nella produzione di acciaio di qualità in Italia e in Europa, sostenendo che da anni esisterebbero manovre volte a ostacolare il progetto.

Secondo il governatore, l’assenza degli impianti metterebbe a rischio non solo il percorso di rilancio dello stabilimento ma anche la prospettiva di migliaia di lavoratori. Nel corso del suo intervento ha infatti ribadito che senza i Dri non sarebbe garantito il futuro industriale né la tutela dei circa 10 mila dipendenti legati al sito siderurgico. Emiliano ha inoltre criticato chi, nelle ultime settimane, avrebbe tentato di attribuire responsabilità a cittadini e comitati contrari alla nave rigassificatrice, affermando che le comunità locali hanno pagato in passato un prezzo altissimo in termini di salute e non possono essere additate come causa delle attuali difficoltà.

Il presidente ha chiesto un’assunzione di responsabilità da parte del governo e del ministro Urso, sollecitando una comunicazione più trasparente verso i lavoratori e la città. Durante l’iniziativa non sono mancati momenti di tensione: alcuni manifestanti hanno contestato Emiliano, invitandolo ad andar via. Il governatore ha replicato dichiarando di aver voluto essere presente per riconoscere il valore della protesta e per ricordare che la Regione sostiene da anni la battaglia per la realizzazione degli impianti, pur consapevole che, in molti casi, questo impegno non sia stato percepito dall’opinione pubblica.

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