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Puglia, 75 infortuni sul lavoro al giorno e 41 vittime in 8 mesi. La Cgil: “Dal Governo risposte insufficienti”

La segretaria regionale Gigia Bucci: “Servono più ispettori, stop al precariato e ai subappalti a cascata. Il decreto sicurezza ignora i problemi strutturali”

Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil Puglia

Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil Puglia

BARI - I numeri raccontano una realtà che non accenna a cambiare: 75 infortuni sul lavoro ogni giorno e 41 vittime da gennaio ad agosto 2025 in Puglia. È la fotografia drammatica che emerge dai dati Inail e che la Cgil Puglia porta al centro del dibattito, denunciando l’assenza di misure efficaci nel nuovo Decreto Sicurezza approvato dal Governo.

La lunga scia di infortuni, anche mortali, che ha colpito la Puglia nelle ultime settimane – afferma la segretaria regionale Gigia Bucci – ripropone con puntualità drammatica un tema che continua a essere eluso dalle istituzioni. L’ultimo decreto ignora ancora una volta le vere questioni strutturali del sistema della sicurezza sul lavoro”.

Le cifre sono impietose. Da gennaio ad agosto 2025 le denunce presentate all’Inail in Puglia sono state 18.144, pari a 75 incidenti al giorno, compresi i festivi. Nello stesso periodo si contano 41 decessi. Numeri che, secondo Bucci, “non mostrano alcuna inversione di tendenza rispetto al 2024”.

La segretaria sottolinea come, a oltre 15 anni dall’approvazione di un impianto normativo avanzato in materia di tutela della salute e sicurezza, “gli obiettivi non siano stati raggiunti”. Da qui la richiesta di interventi più incisivi sui controlli, con l’aumento del personale ispettivo e sanzioni più severe per le aziende che violano consapevolmente le norme di sicurezza.

Ma la prevenzione, per la Cgil, non può limitarsi all’aspetto sanzionatorio. “Serve una vera cultura della sicurezza – aggiunge Bucci – basata su una formazione capillare dei datori di lavoro e dei lavoratori. Gli incidenti non possono essere la regola, eppure la casistica dimostra che il problema è sistemico: il modello d’impresa dominante privilegia il profitto a ogni costo, anche a scapito della salute e della vita dei dipendenti”.

Nella visione del sindacato, le misure contenute nel Dl Sicurezza sono “inadeguate e prive di visione”. “Non si cambia il modello produttivo – continua Bucci – se non si ferma il dilagare del precariato, che alimenta ricatti e consente l’elusione delle norme, e se non si mettono limiti chiari ai subappalti a cascata, spesso teatro dei peggiori infortuni”.

La dirigente sindacale definisce inoltre “grave” l’assenza nel decreto di due strumenti ritenuti indispensabili: una Procura nazionale del lavoro, che centralizzi le indagini sulle morti e gli incidenti, e il patrocinio gratuito per le famiglie delle vittime, costrette a sostenere da sole anni di battaglie giudiziarie.

La sicurezza sul lavoro non è un tema da trattare con provvedimenti emergenziali – conclude Bucci – ma una priorità costituzionale. Per questo chiediamo al Governo e alla Regione più risorse, più coordinamento e più ispettori. Lavorare deve significare vivere in modo dignitoso, non rischiare ogni giorno la propria vita”.

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