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Brindisi

La proposta: "Intitolare il carcere a San Bartolo Longo"

La richiesta, firmata dalla Asl di Brindisi e dall’associazione “L’Isola che non c’è”, è stata inviata al ministro della Giustizia Carlo Nordio. Il santo di Latiano è riconosciuto come patrono dei detenuti e simbolo di riscatto e dignità umana

San Bartolo Longo - foto del Santuario di Pompei

San Bartolo Longo - foto del Santuario di Pompei

BRINDISI - Un’iniziativa dal forte valore simbolico e civile arriva dal territorio brindisino: la Asl di Brindisi e l’associazione “L’Isola che non c’è” hanno chiesto al ministro della Giustizia Carlo Nordio di intitolare la Casa Circondariale di Brindisi alla memoria di San Bartolo Longo, fondatore delle Opere di Carità di Pompei e universalmente conosciuto come “apostolo della carità” e patrono dei carcerati.

La proposta, indirizzata anche al prefetto di Brindisi e alla direttrice dell’istituto penitenziario, mira a rendere omaggio a una figura che incarna i valori della redenzione, della giustizia sociale e della dignità della persona, temi centrali anche nel percorso di reinserimento dei detenuti.

Nella lettera, i promotori invitano il Guardasigilli a valutare favorevolmente l’intitolazione, riconoscendo in Bartolo Longo “un esempio altissimo di carità e di impegno civile”. L’iniziativa, si legge nel documento, rappresenterebbe “un segno tangibile di riconoscimento a un figlio illustre del territorio, testimone di redenzione, pace e giustizia sociale”.

Nato a Latiano il 10 febbraio 1841, Bartolo Longo trascorse nella città brindisina gli anni della formazione, ricevendo quell’educazione umana e spirituale che avrebbe poi ispirato la sua opera di carità. Dopo un periodo difficile della sua vita, trovò nella fede la forza per dedicarsi ai più fragili, fondando a Pompei istituzioni di accoglienza e lavoro per ex detenuti, orfani e donne uscite dal carcere, alle quali offrì la possibilità di ricostruire una vita dignitosa.

Il suo nome, ricordano i proponenti, è oggi associato alla tutela dei diritti dei detenuti e alla promozione di percorsi di riscatto. Intitolare a lui il carcere di Brindisi significherebbe unire simbolicamente la missione di giustizia con quella di umanità, nel segno di un santo che ha saputo trasformare il dolore in solidarietà e il fallimento in rinascita.

L’iniziativa, che nasce dal dialogo tra istituzioni sanitarie e realtà associative impegnate nel sociale, intende rilanciare un messaggio di speranza e inclusione, richiamando l’esempio di un uomo che fece della carità operosa e della redenzione personale il cuore della sua esistenza.

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