Latitanza di Mazzotta, arrestato un complice nel Leccese

LECCE - Si è conclusa venerdì 17 ottobre l’indagine condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Lecce, che lo scorso aprile aveva portato alla cattura del latitante Carmine Mazzotta, 51 anni, condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione per omicidio. Al termine delle attività è stato eseguito un nuovo provvedimento restrittivo nei confronti di un uomo di 55 anni, residente in località Boncore, nel territorio di Nardò, già noto alle forze dell’ordine.

E' finita la fuga di un latitante. Era stato condannato a 30 anni per omicidio

I carabinieri, fingendosi turisti, sono riusciti a localizzarlo in un bed & breakfast. Non ha opposto resistenza

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’uomo avrebbe offerto un sostegno attivo e continuativo al latitante durante il periodo di fuga, rendendosi disponibile per varie esigenze logistiche. Dalle indagini è emerso che il 55enne avrebbe individuato e prenotato un bed and breakfast a Torre Lapillo, dove Mazzotta trovò rifugio, dopo aver personalmente contattato il titolare della struttura e visionato la stanza destinata al ricercato.

L’uomo, già sottoposto agli arresti domiciliari per una precedente evasione, è ora accusato di favoreggiamento personale. In base all’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’autorità giudiziaria, è stato nuovamente posto ai domiciliari.

Le indagini dei Carabinieri hanno inoltre accertato che il complice incontrava Mazzotta quasi ogni giorno, mantenendo con lui contatti diretti e consegnandogli buste contenenti generi alimentari. In più occasioni, avrebbe contribuito anche alla gestione dei suoi interessi e delle necessità quotidiane, garantendo un sostegno costante durante la fuga.

Quando, ad aprile, il latitante fu catturato, gli investigatori trovarono indizi chiari di un piano di fuga all’estero, segno di una latitanza pianificata nei minimi dettagli e sostenuta da una rete di complicità ora progressivamente smantellata.