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Crisi agricola, l’allarme di Alpaa Puglia: “Serve una strategia che parta dai piccoli produttori”

Il presidente Antonio Macchia chiede un cambio di paradigma per difendere grano, biodiversità e territori rurali pugliesi

Agricoltura

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BARI - A Bari ALPAA Puglia lancia un forte appello per il futuro dell’agricoltura. Il presidente Antonio Macchia avverte che il settore agricolo pugliese e nazionale sta vivendo una crisi senza precedenti, alimentata da fattori che si intrecciano e si aggravano a vicenda. Tra i più recenti e gravi, l’annuncio del super dazio del 107% imposto dagli Stati Uniti sulla pasta italiana, una misura definita ingiusta e sproporzionata che rischia di colpire l’intera filiera cerealicola, con pesanti ripercussioni sui territori rurali già segnati dall’abbandono e dalla marginalità.

Secondo ALPAA Puglia, questo provvedimento non danneggia solo l’export ma incide direttamente sui piccoli produttori, in particolare i coltivatori di grano duro che in Puglia affrontano ogni giorno prezzi sotto i costi di produzione, crisi idrica e concorrenza sleale dei prodotti importati e trattati con sostanze vietate in Europa. A fronte di queste difficoltà, spiega Macchia, continuano ad essere proclamati aiuti e sostegni, ma nella realtà i piccoli agricoltori risultano sempre più soli, schiacciati tra burocrazia, mercato globale e assenza di politiche efficaci.

Serve un cambio di paradigma – afferma il presidente – una piattaforma politica e operativa che rilanci il settore agricolo partendo da chi lo tiene in vita ogni giorno”. ALPAA Puglia propone una strategia per il futuro dell’agricoltura che restituisca centralità ai piccoli produttori, spina dorsale del sistema agroalimentare.

Il documento indica alcune priorità. Sostegno vero ai piccoli produttori, con strumenti mirati come accesso agevolato al credito, fondi per l’agricoltura sostenibile, semplificazione burocratica e difesa del reddito agricolo. Difesa della sovranità alimentare e contrasto alla concorrenza sleale, con stop ai prodotti importati trattati con sostanze vietate, tracciabilità obbligatoria e tutela del made in Italy.

Altro punto cruciale è la valorizzazione delle filiere locali: investire sulle produzioni di qualità, sulle filiere corte, sul legame con la terra e sull’etica del lavoro. Le produzioni pugliesi – grano, olio, ortaggi – vanno promosse e sostenute in modo strutturale.

ALPAA Puglia insiste anche su agricoltura biologica, biodiversità e multifunzionalità come scelta strategica per un’agricoltura sostenibile, resiliente e attenta al benessere delle persone e dell’ambiente, chiedendo una transizione ecologica vera con incentivi e percorsi di accompagnamento.

Fondamentale, per Macchia, è rafforzare il legame tra cittadini e agricoltori attraverso educazione alimentare e cultura del cibo, sensibilizzando su stagionalità, provenienza e qualità, per costruire un’economia più giusta e comunità più consapevoli.

Infine, l’associazione punta il dito sulla Politica Agricola Comune (PAC), chiedendo una revisione della redistribuzione delle risorse che oggi favorisce le grandi aziende penalizzando i piccoli produttori, che rappresentano il 78% dell’agricoltura italiana. Secondo ALPAA Puglia, la proposta di riforma della Commissione Europea per la PAC 2028-2034 rischia di tradire la sua missione originaria, indebolendo i cicli produttivi e gli investimenti e colpendo proprio chi lavora ogni giorno la terra.

Non servono più slogan o bonus una tantum – conclude Macchia – ma una politica agricola che parta dai territori e dalle persone, che difenda chi lavora la terra e produca valore sociale, ambientale e occupazionale. Il futuro passa dalla terra e dalla dignità di chi la coltiva”.

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