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Taranto

Rsa, aumenti delle rette fino a 3 mila euro: Scalera accusa la Regione di silenzio e ritardi

Il consigliere regionale denuncia il mancato rispetto degli impegni presi lo scorso marzo in Commissione Sanità. Le associazioni Alzheimer chiedono chiarezza e stop alle diffide inviate dalle strutture

Nelle Rsa pugliesi sono ora obbligatorie le telecamere

Una Rsa pugliese - archivio

TARANTO - Resta irrisolta la vicenda degli aumenti nelle rette delle Residenze Sanitarie Assistenziali, un nodo che sta mettendo in difficoltà centinaia di famiglie pugliesi. A denunciarlo è il consigliere regionale Antonio Scalera (LPD), che richiama la Regione Puglia al rispetto degli impegni presi lo scorso 19 marzo durante una seduta della Commissione Sanità convocata proprio su sua iniziativa.

In quell’occasione, alla presenza delle associazioni Alzheimer di Taranto e della Puglia e dei vertici del Dipartimento sanità, era stata data l’assicurazione che le RSA non potessero richiedere pagamenti retroattivi. Una linea confermata anche da una determina regionale del 31 gennaio 2025, con cui gli utenti venivano informati di non dover versare né arretrati né integrazioni, mentre la Regione dichiarava di essere al lavoro per chiarire la corretta applicazione delle norme e contestare l’illegittimità delle richieste avanzate dalle strutture.

Nonostante questo, denuncia Scalera, i legali delle RSA continuano a inviare diffide di pagamento alle famiglie. Gli aumenti richiesti oscillano tra i 900 e i 1.500 euro, con punte che arrivano fino a 3.000 euro per coprire il pregresso. Una situazione definita insostenibile dalle associazioni dei pazienti, che nei giorni scorsi hanno inviato una nuova nota al Dipartimento sanità per chiedere chiarimenti immediati.

Il consigliere evidenzia come, a sette mesi da quella audizione, nulla sia stato chiarito. «Le famiglie continuano a vivere nell’incertezza e a subire pressioni economiche inaccettabili – sottolinea –. La Regione deve fare chiarezza al più presto e assumersi la responsabilità di mantenere gli impegni presi».

Scalera riferisce inoltre di aver avuto un contatto telefonico con Vito Montanaro, capo del Dipartimento Sanità, e di attendere un incontro nei prossimi giorni per cercare di mettere un punto fermo su una vicenda che «dura ormai da troppo tempo e che rischia di travolgere tante famiglie già provate».

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