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Bari

Violenza di genere, la Regione Puglia rilancia la rete antiviolenza con oltre 5 milioni di euro

Potenziati Centri Antiviolenza, case rifugio e Cuav. Mennea: “Non si può parlare di prevenzione senza intervenire su chi commette violenza"

Ruggiero Mennea

Ruggiero Mennea

BARI - La violenza di genere resta una delle emergenze più profonde della società pugliese e italiana, radicata nei rapporti affettivi, negli stereotipi culturali e nei ruoli familiari. Per contrastarla, il dipartimento Welfare della Regione Puglia ha scelto di rafforzare la propria strategia con un piano integrato che supera la logica dei singoli progetti e punta a una rete stabile di servizi e azioni coordinate.

Con uno stanziamento di oltre 5 milioni di euro, la Regione consolida il sistema di protezione attraverso il sostegno ai Centri Antiviolenza (CAV), alle case di emergenza e alle case rifugio, ampliando anche lo strumento della dote per l’empowerment e l’autonomia.

Tra le misure innovative spicca la sperimentazione di 2 nuove case rifugio sociosanitarie, pensate per accogliere donne con problemi di tossicodipendenza o disturbi psichici. Saranno inoltre potenziati i servizi già attivi, con attenzione a percorsi socio-educativi per i minori, al rafforzamento del legame madre-figlio e al supporto per l’inserimento lavorativo in collaborazione con i centri per l’impiego.

Un altro fronte riguarda l’autonomia abitativa. Grazie alla collaborazione con ARCA, l’Agenzia Regionale per la Casa e l’Abitare, le donne seguite dai CAV o dimesse dalle case rifugio e prive di un alloggio sicuro potranno accedere ad appartamenti dedicati. Si tratta di un intervento sperimentale che sarà monitorato per una futura stabilizzazione.

Accanto ai fondi regionali, sono stati stanziati ulteriori 338 mila euro provenienti dal Fondo nazionale per i diritti e le pari opportunità, destinati al rafforzamento dei Centri per uomini autori di violenza (CUAV). Questi centri, attivi in Puglia, lavorano per interrompere la spirale di violenza agendo sul comportamento del maltrattante. Nel 2024 i CUAV hanno registrato quasi 300 accessi, circa il doppio rispetto all’anno precedente.

La violenza di genere non è un fatto privato, ma una questione pubblica che ci riguarda tutti – ha dichiarato il presidente della Regione, Michele Emiliano –. Dobbiamo proteggere le donne, ma anche lavorare sulle radici culturali della violenza. I CUAV sono strumenti delicati ma preziosi: aiutano gli uomini a guardarsi allo specchio e a cambiare. È una delle sfide più difficili ma anche più civili che una regione possa affrontare”.

Il consigliere delegato al Welfare, Ruggiero Mennea, ha ribadito l’importanza di un approccio sistemico: “Non si può parlare di prevenzione senza intervenire su chi commette violenza. Non significa spostare il focus dalle vittime, ma rafforzare la rete, educare al rispetto e promuovere relazioni libere dalla paura. La Regione non si limita a finanziare, ma assume una posizione culturale chiara”.

La direttrice del dipartimento Welfare, Valentina Romano, ha illustrato nel dettaglio le azioni previste: ampliamento degli orari e delle figure professionali nei CAV e nelle case rifugio, formazione e supervisione delle equipe, monitoraggio costante dei dati, campagne di sensibilizzazione rivolte soprattutto agli uomini e ai giovani, sostegno legale concreto alle vittime e accompagnamento nei percorsi di autonomia, anche abitativa.

La Regione Puglia conferma così un impianto strategico che mette in connessione centri antiviolenza, case rifugio, scuole, magistratura, sanità, associazioni, consultori e CUAV, con l’obiettivo di costruire una rete solida e inclusiva, capace non solo di garantire protezione immediata ma anche di promuovere un cambiamento culturale di lungo periodo.

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