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Lecce

Appalti truccati e favoritismi: il vicesindaco di Sannicola fa scena muta, ma si dimette

Cosimo Piccione, arrestato con altre 12 persone nell’inchiesta della Guardia di Finanza, ha lasciato tutti gli incarichi dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere davanti al Gip

Il Tribunale di Lecce

Il Tribunale di Lecce

LECCE - Si è concluso con un silenzio pesante l’interrogatorio di garanzia di Cosimo Piccione, vicesindaco di Sannicola, comparso oggi davanti al Gip del Tribunale di Lecce. Arrestato mercoledì scorso dalla Guardia di Finanza di Gallipoli, insieme ad altri 12 tra imprenditori, amministratori e funzionari comunali, Piccione ha scelto di non rispondere alle domande, avvalendosi della facoltà di legge.

La decisione, spiegata dal suo legale Luigi Corvaglia, è motivata dalla necessità di analizzare le oltre 300 pagine del fascicolo dell’inchiesta, che ipotizza una rete di corruzione e favoritismi costruita intorno a concorsi, gare pubbliche e procedure amministrative truccate, allo scopo di favorire persone vicine ai vertici dell’ente locale e rafforzare il consenso elettorale.

Nel corso dell’interrogatorio, però, Piccione ha annunciato le proprie dimissioni da tutte le cariche pubbliche. Il legale ha già comunicato l’intenzione di depositare le dimissioni da vicesindaco, assessore e consigliere comunale presso la segreteria del Comune di Sannicola.

L’inchiesta, condotta dalle Fiamme Gialle, ipotizza a vario titolo per gli indagati il reato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. Le indagini proseguono per accertare l’effettiva estensione del sistema illecito e la rete di beneficiari delle presunte manovre sui bandi pubblici.

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