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Lecce

Violenza di gruppo su una turista, spunta un video girato da un indagato

La denuncia di una 22enne riminese apre un'indagine per stupro di gruppo. I carabinieri acquisiscono un filmato di 3 minuti. Confermate lesioni compatibili con abusi

Il Tribunale di Lecce

Il Tribunale di Lecce

LECCE - Un video di circa 3 minuti, girato da uno dei giovani indagati, potrebbe rivelarsi decisivo nell’inchiesta aperta dalla Procura di Lecce per una presunta violenza sessuale di gruppo ai danni di una 22enne in vacanza in Salento, proveniente da Rimini. Il filmato è stato acquisito dai carabinieri, che lo hanno già trasmesso alla magistratura per le opportune valutazioni.

Secondo la ricostruzione fornita dalla ragazza, la violenza sarebbe avvenuta nella notte tra l’11 e il 12 giugno, all’interno di un’abitazione a Mancaversa, marina del comune di Taviano, dove si era recata con un’amica dopo aver conosciuto quattro ragazzi salentini durante una festa a Gallipoli.

Stando alla denuncia, la giovane sarebbe rimasta inizialmente sola con uno dei ragazzi. Poco dopo, sarebbero entrati anche altri due componenti del gruppo, che l’avrebbero costretta ad avere rapporti contro la sua volontà. Un quarto giovane, pur non avendo partecipato materialmente alla violenza, si trovava in una stanza adiacente e, secondo gli inquirenti, non avrebbe fatto nulla per impedire quanto stava accadendo.

Dopo essersi confidata con le amiche, la ragazza ha deciso di recarsi all’ospedale di Gallipoli, dove i medici hanno riscontrato lesioni compatibili con le dichiarazioni rilasciate. Il mattino seguente si è presentata alla caserma dei carabinieri, dando il via all’indagine ora coordinata dal sostituto procuratore Massimiliano Carducci.

I quattro ragazzi, tutti tra i 22 e i 23 anni, sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di violenza sessuale di gruppo. Loro si difendono parlando di rapporti consenzienti. Ma sull’intera vicenda pesa ora l’esistenza del video, che potrebbe aggravare ulteriormente la posizione di chi lo ha ripreso e, eventualmente, condiviso. Gli investigatori stanno infatti verificando se il filmato sia stato inoltrato attraverso chat o social, circostanza che, se accertata, configurerebbe nuove ipotesi di reato.

In corso anche gli esami tossicologici e alcolemici per chiarire le condizioni psicofisiche di tutti i soggetti coinvolti.

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