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Taranto

Carabiniere ucciso e poliziotti indagati, Salvini: “Così si processano gli eroi”

Il ministro Salvini parla del caso degli agenti che hanno ucciso il presunto assassino del brigadiere Carlo Legrottaglie. Presto modifiche al decreto sicurezza

Matteo Salvini

Matteo Salvini

TARANTO – Si accende il dibattito politico e istituzionale intorno all’inchiesta aperta dopo la sparatoria in cui ha perso la vita Michele Mastropietro, l’uomo sospettato dell’omicidio del brigadiere Carlo Legrottaglie a Brindisi. Al centro della polemica, l’iscrizione nel registro degli indagati dei due poliziotti del commissariato di Grottaglie che hanno aperto il fuoco durante l’operazione. La Lega, attraverso una nota diffusa sui propri canali social, parla di “notizia sconcertante e dolorosa”.

“Lo Stato non può mettere alla gogna i propri eroi” si legge nel comunicato, che richiama l’importanza del Decreto Sicurezza voluto proprio dal partito guidato da Matteo Salvini. Il leader del Carroccio, nonché ministro delle Infrastrutture, ha ribadito la sua posizione nel corso di un intervento a RTL, dichiarando che “il fatto che due poliziotti siano indagati per aver ucciso il killer lo vedo come un disincentivo al lavoro di chi, anche oggi, rischia la vita per salvare quella degli altri”.

Salvini ha inoltre annunciato che all’interno del prossimo aggiornamento normativo sul tema sicurezza, la Lega intende introdurre nuove garanzie per le forze dell’ordine, in particolare sul piano giudiziario. “Stiamo lavorando per prevedere che non scatti automaticamente l’iscrizione nel registro degli indagati per chi è costretto a usare le armi durante il servizio”, ha spiegato. Obiettivo dichiarato: evitare che chi agisce per difendere l’ordine pubblico venga colpito da indagini che ne compromettono serenità e operatività.

Il caso ha sollevato una questione delicata, che tocca i rapporti tra magistratura e apparati di sicurezza, in un contesto in cui – sottolinea la Lega – “l’Italia non può permettersi di scoraggiare chi indossa una divisa per difendere i cittadini”. La vicenda giudiziaria è ancora in corso, ma il fronte politico è già pronto a battagliare per rivedere le regole che oggi regolano l’uso legittimo della forza da parte delle forze dell’ordine.

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