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Bari

Più fondi per Rsa e Centri Diurni: dalla Regione Puglia 220 milioni per il 2025

Incrementata di 20 milioni la dotazione per l’assistenza a non autosufficienti e disabili. Piemontese: “Nessuna struttura è esclusa, ma serve accreditamento. Servizi sì, nomi no. Serve meno allarmismo"

Nelle Rsa pugliesi sono ora obbligatorie le telecamere

Rsa pugliesi -archivio

BARI - La Regione Puglia rilancia gli investimenti nel sistema sociosanitario con un aumento delle risorse destinate alle Rsa e ai Centri Diurni accreditati, portando a 220 milioni di euro la dotazione finanziaria per il 2025. Una crescita significativa rispetto ai 200 milioni dell’anno precedente, destinata a rafforzare in particolare le dimissioni protette dagli ospedali e l’assistenza ai soggetti non autosufficienti e disabili.

La decisione è stata formalizzata con la Delibera di Giunta del 16 aprile 2025, che rappresenta un tassello strategico per garantire continuità assistenziale, qualità dei servizi e sostenibilità economica. Si tratta di un intervento che mira a consolidare le basi del sistema, rispondendo alle necessità di pazienti, famiglie e operatori del settore.

Di fronte ad alcune critiche sollevate dalla sezione pugliese dell’Associazione Italiana Ospedalità Privata, l’assessorato alla Sanità ha ritenuto necessario chiarire i criteri applicati e ribadire il principio guida dell’azione amministrativa: non si finanziano soggetti, ma prestazioni qualificate.

«Abbiamo scelto la programmazione annuale per allinearci alle risorse realmente disponibili – ha spiegato il vicepresidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese –. Ogni estensione pluriennale sarà valutata solo dopo aver misurato l’impatto delle misure avviate nel 2025 e aver conosciuto l’esatto ammontare del Fondo Sanitario Nazionale destinato alla Puglia».

Nessuna esclusione, dunque, ma regole chiare. Tutte le strutture che hanno completato l’iter di accreditamento istituzionale possono accedere ai fondi a partire da febbraio 2025. Chi non ha ancora perfezionato l’accreditamento, invece, non può essere contrattualizzato. «È una questione di correttezza e trasparenza amministrativa», ha ribadito Piemontese.

All’interno della delibera non compaiono elenchi nominativi, ma solo l’indicazione dello stato di accreditamento. In particolare, le ex strutture socio-assistenziali, regolamentate in passato dall’articolo 67 del Regolamento Regionale 4/2007, sono comprese nel finanziamento solo se hanno completato la trasformazione in RSA accreditate.

Un altro elemento chiave del provvedimento riguarda l’introduzione di 2 posti letto aggiuntivi per ogni Rsa, da destinare alle Cure Estensive, ossia ai pazienti in uscita dagli ospedali che necessitano di un supporto sanitario continuativo. Il costo di queste degenze è totalmente coperto dal Sistema Sanitario Regionale. «Non è un peso per i gestori, ma una risorsa per il sistema – ha sottolineato l’assessore –. Serve a liberare posti negli ospedali e a garantire dimissioni protette».

Il potenziamento economico, pari a 20 milioni di euro in più rispetto al 2024, è stato pensato per rafforzare il sistema «con equilibrio tra risorse, diritti e qualità dell’assistenza». Piemontese ha ribadito la disponibilità al confronto con le associazioni di categoria, sottolineando però la necessità di fondare ogni proposta su basi «solide, trasparenti e sostenibili».

«In un momento complesso come quello che stiamo vivendo – ha concluso – serve più dialogo e meno allarmismo. La Regione continuerà a lavorare con responsabilità, ascoltando i bisogni reali delle persone e costruendo risposte concrete e giuste».

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