Discarica di Tufarelle, il Tar respinge il ricorso del Comune: il M5S rilancia la battaglia politica
Di Bari e Morra: “Area già compromessa, chiediamo chiarimenti su cambi di posizione e nuovi pareri. La salute dei cittadini non può passare in secondo piano”
CANOSA DI PUGLIA - La sentenza del TAR non chiude la partita sull’ampliamento della discarica in contrada Tufarelle. A ribadirlo sono Grazia Di Bari, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, e Letizia Morra, consigliera comunale a Canosa, che annunciano una nuova fase della mobilitazione politica contro l’autorizzazione rilasciata dalla Provincia Bat.
Nonostante il ricorso presentato dal Comune sia stato respinto, le due esponenti pentastellate rilanciano il confronto nelle sedi istituzionali, giudicando inaccettabile l’ipotesi di un ulteriore ampliamento in un’area già compromessa da anni di criticità ambientali.
«Non ci fermeremo alla decisione del Tribunale Amministrativo – dichiarano Di Bari e Morra –. È compito della politica intervenire con responsabilità su un territorio che ha già pagato un prezzo altissimo in termini ambientali. Nel 2022, un’inchiesta della Procura mise nero su bianco la contaminazione delle falde acquifere causata dalla fuoriuscita di percolato da un impianto vicino, la discarica Cobema, dismessa ormai da quasi vent’anni».
La questione ambientale di contrada Tufarelle resta, dunque, al centro dell’agenda politica locale e regionale. «Chiederemo immediatamente un’audizione in Commissione Ambiente della Regione Puglia, alla presenza della Provincia Bat e di Arpa Puglia. Questa volta nessuno potrà sottrarsi al confronto: pretendiamo risposte chiare e documentate».
Molte le domande rimaste senza risposta, sottolineano le consigliere: «Come si giustifica la concessione di un ampliamento in una zona con possibili contaminazioni? E perché Arpa, che per mesi ha espresso parere contrario, ha improvvisamente cambiato posizione? Ci sono elementi nuovi emersi all’ultimo minuto? La trasparenza è un dovere, non una scelta».
Il Movimento 5 Stelle, dunque, non intende arretrare e continua a chiedere una gestione prudente e responsabile del territorio: «Non si può giocare con la salute dei cittadini. La priorità deve essere la tutela dell’ambiente e della qualità della vita di chi abita in questi luoghi. A Canosa, come altrove, non vogliamo essere la pattumiera della Puglia. Continueremo a vigilare e a denunciare ogni forzatura».
La battaglia politica, insomma, prosegue su più fronti, in nome del principio di precauzione e del diritto a vivere in un ambiente sano. Per il M5S, la sentenza del TAR non è un punto d’arrivo, ma il punto di partenza per alzare ulteriormente il livello dell’attenzione pubblica.
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Buonasera24
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo