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Il caso
28 Marzo 2025 - 06:00
L'avvocato Coletta e, sullo sfondo, un'aula di tribunale
Due persone morte per Covid, un presunto caso di malasanità e una causa in tribunale che si trasforma in un caso di presunto sessismo. Sono questi gli ingredienti della vicenda che coinvolge l’avvocato Eleonora Coletta, presidente del comitato “Vittime Covid dell’ospedale Moscati”. In quell’ospedale hanno perso la vita sia il marito che il padre della donna che su questa tragica storia familiare ha anche scritto un libro: “Canale terminale”.
Attualmente, oltre al procedimento penale è in corso anche una causa civile e proprio in questa sede avrebbe subito domande, da parte dei legali della Asl di Taranto, che l’avvocato Coletta definisce «sessiste».
«Dovrei confessare ciò che non ho fatto - ha dichiarato Eleonora Coletta al Corriere del Mezzogiorno - dovrei dire che avevo relazioni extraconiugali, di aver trascorso lontana da mio marito le festività, di aver passato il tempo libero con altre persone, una serie di domande sulla mia vita privata che le mie tre figlie hanno definito offensive anche per la memoria del papà».
Insomma, l’avvocato Coletta avrebbe subito domande insinuanti sulla sua vita privata e familiare da parte dei difensori dell’azienda sanitaria nel corso del processo civile per quantificare il risarcimento del danno. L'obiettivo di tale condotta difensiva da parte della Asl, a detta della donna, sarebbe quello di ridurre il risarcimento dovuto tentando di dimostrare di non aver sofferto per la perdita del marito. Un caso che farà discutere.
Intanto la professionista tarantina incassa la solidarietà dell’onorevole Dario Iaia, presidente provinciale di Fratelli d’Italia: «Esprimo vicinanza ed amicizia nei confronti della collega Avvocato Eleonora Coletta rispetto a quanto sta subendo nell’ambito del processo civile intentato per chiedere giustizia in relazione alla morte del marito per responsabilità medica durante il periodo della pandemia Covid-19».
«L’Avv. Coletta e le figlie - oltre a dover fare i conti con il dolore per la prematura perdita del marito e padre Dario Maniglia durante il ricovero ospedaliero a causa di infezione da Covid-19 e di errori gravi evidenziati anche nella Ctu- afferma Iaia - oggi sono costrette a subire una forte umiliazione a causa delle domande sessiste a cui la difesa dell’Asl di Taranto vorrebbe sottoporre la persona offesa e le ragazze. È impensabile che una donna che ha già patito tanto dolore, debba subire l’umiliazione di domande da parte dei difensori dell’Asl di Taranto in relazione alla propria vita privata che nulla hanno a che fare con l’oggetto del contenzioso e debba essere sottoposta ad una forte umiliazione sul piano personale. Non è plausibile che - pur di sostenere una tesi difensiva - si debba arrivare ad oltraggiare una donna, una mamma, una moglie ed una professionista».
«Sono certo - conclude il parlamentare - che la sensibilità dei Magistrati che si stanno occupando della vicenda possa aiutare gli stessi a concentrarsi sulla ricerca della verità di quanto accaduto, restituire serenità alle persone offese e ignorare le assurde circostanze legate alla sfera privata di una donna che nulla hanno a che vedere con l’individuazione delle responsabilità in merito al decesso del marito. Se fosse stato un uomo l’attore, la difesa dell’Asl avrebbe posto le stesse domande?».
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