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"Metalmeccaniche", a Taranto il lavoro è donna anche in fabbrica

L'assemblea della Fiom Cgil nella sede della Vestas

"Metalmeccaniche", a Taranto il lavoro è donna anche in fabbrica

"Metalmeccaniche", a Taranto il lavoro è donna anche in fabbrica

Metalmeccaniche, un aggettivo che è, al tempo stesso, una condizione di vita che deve confrontarsi con un modo di comprendere il mondo del lavoro basandosi su schemi ancora patriarcali. E per scardinare questa visione obsoleta e, ormai, antiquata, «come Fiom Cgil di Taranto abbiamo voluto intitolare appunto Metalmeccaniche l’assemblea che abbiamo tenuto oggi, venerdì 7 marzo, qui in fabbrica, alla Vestas, con i lavoratori ma, soprattutto, le lavoratrici e lo abbiamo voluto fare alla vigilia della Giornata mondiale della donna», spiega Francesco Brigati che del sindacato di categoria della Cgil è il segretario generale.

Tutti a raccolta, quindi, nella Palazzina uffici ex aula 60 della Vestas, riempita da tantissimi lavoratori e lavoratrici giovanissimi, i principali protagonisti di un mondo del lavoro che a volte cambia per non cambiare niente, ad ascoltare e parlare con Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom Cgil, di diritti, di uguaglianza di genere, di contrattazione collettiva, di Ccnl e di referendum sul lavoro, per i quali si voterà il prossimo 14 giugno. Presenti anche i delegati del Comitato iscritti Vestas della Fiom.

«Parlare oggi delle condizioni della donna e delle lavoratrici vuol dire parlare di disparità: di salario, di trattamento» ha detto Barbara Tibaldi che ha subito aggiunto come sia più che mai necessario cambiare le cose, «non solo per le donne ma per cambiarle per tutte le lavoratrici e i lavoratori». Per tutti questi motivi, ha fatto ancora presente la segretaria nazionale Fiom durante l’assemblea, «è indispensabile chiudere la partita del contratto nazionale di lavoro che aumenti i salari» e, per fare questo «occorre coinvolgere i giovani (erano tantissimi i giovani lavoratori e le giovani lavoratrici Vestas che hanno partecipato all’assemblea) e portarli a votare ai referendum sul lavoro per abbattere la prima forma di discriminazione che, per loro, assume le forme del precariato».

Nelle foto l'assemblea di oggi

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