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Bari

Strage sul lavoro, l’appello di “Mai Più Vittime”: «Basta alibi, fermiamo i colpevoli»

L’associazione denuncia il fallimento di istituzioni, politica e sindacati: «La sicurezza è un diritto, ma resta il più calpestato»

Cristina Durante - Mai più vittime sul lavoro

Cristina Durante - Mai più vittime sul lavoro

BARI - Le morti sul lavoro continuano a essere una tragedia quotidiana. Michele Mandolino a Santeramo, Francesco Mansueto a San Vito dei Normanni, Massimo Ciampo a Gravina in Puglia: nomi che si aggiungono alla lunga lista di vittime di un sistema che non riesce a garantire condizioni di sicurezza adeguate. Edili, agricoltori, camionisti, operai: italiani e stranieri, regolari e in nero, sindacalizzati e non. La “morte bianca” non fa distinzioni, non ha bandiere, non conosce tregua, nemmeno nei giorni di festa.

Di fronte a questa mattanza silenziosa, l’associazione "Mai Più Vittime sul Lavoro" lancia un grido d’allarme: “La sicurezza sarà un diritto solo quando chi deve garantirla avrà il coraggio di metterci la faccia, visto che i lavoratori ci rimettono la vita”.

La sicurezza sul lavoro: diritto negato

Nonostante sia uno dei principi più evocati, la sicurezza sui luoghi di lavoro resta tra i più violati. L'associazione sottolinea come la vera prevenzione passi attraverso formazione seria, rispetto della legalità e retribuzioni dignitose. “Formazione fittizia, salari da fame e rappresentanti dei lavoratori inefficaci creano il terreno perfetto per la strage quotidiana”, denuncia il movimento.

“Basta spettatori, fermiamo i colpevoli”

"Mai Più Vittime" chiede un’inversione di rotta immediata: individuare i veri responsabili, colpire chi permette che il rischio sul lavoro diventi una condanna. La fatalità, i tavoli di discussione infiniti e le leggi promesse sono solo alibi per chi da anni assiste inerte a questa emergenza.

L’obiettivo? Morti zero. Perché fermare la strage è possibile. E chi non agisce è colpevole quanto chi sfrutta e mette a rischio vite umane.

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