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Bari
17 Gennaio 2025 - 06:54
Avvocati
BARI - La giudice per le indagini preliminari di Bari, Antonella Cafagna, ha convalidato il fermo e disposto la detenzione in carcere per Antonio Rizzi, 42 anni, reo confesso dell’omicidio di Francesco Dogna, 63 anni, ucciso nella notte tra il 7 e l’8 gennaio nella sua abitazione nel quartiere Santo Spirito.
A carico di Rizzi, già noto alle forze dell’ordine, è stata riconosciuta anche l’aggravante della crudeltà. Nell'ordinanza firmata ieri, la giudice ha sottolineato la brutalità dell’aggressione: Dogna sarebbe stato colpito 85 volte con un coltello e con un forcone a due punte prelevato dalla cucina. Per il magistrato, il 42enne rappresenta un pericolo concreto, sia per il rischio di reiterazione del reato sia per la possibilità di fuga. Nei giorni successivi al delitto, infatti, Rizzi avrebbe tentato di trovare lavoro fuori Bari.
Secondo l’autopsia eseguita dal medico legale Davide Ferorelli, la vittima sarebbe morta per dissanguamento dopo alcuni minuti di agonia. Lo stesso specialista ha parlato di "overkilling", termine che indica un uso eccessivo della violenza rispetto a quanto necessario per uccidere.
Durante l’interrogatorio, Rizzi ha raccontato che lui e Dogna si frequentavano per consumare crack o cocaina. Secondo la sua versione – ritenuta non del tutto credibile dal giudice – la sera dell’omicidio aveva già assunto droga con Dogna e avrebbe chiesto un’ulteriore dose, ma quest'ultimo si sarebbe rifiutato, minacciandolo con un coltello. A quel punto, il 42enne avrebbe reagito colpendo la vittima e tappandole la bocca per impedirle di gridare. Tuttavia, lo stato di disordine dell’abitazione porta la giudice a ipotizzare che Rizzi abbia cercato qualcosa – forse proprio la droga – prima di compiere il delitto.
L’indagine ha rivelato che i due si conoscevano da circa dieci anni e che Dogna aveva provato più volte ad aiutare Rizzi a superare la dipendenza dalla droga. Tuttavia, negli ultimi tempi la vittima avrebbe manifestato un crescente fastidio per l’invadenza dell’uomo. Dopo l’omicidio, Rizzi avrebbe sottratto portafoglio, cellulare e documenti di Dogna prima di darsi alla fuga.
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