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Melucci, invito alla pacificazione

La conferenza stampa di fine anno del sindaco. Dagli asili nido al caso Campbell, dai messaggi a Emiliano al quasi certo addio a Sail Gp, fino alle fibrillazioni nella maggioranza: ecco cosa ha detto il primo cittadino

Rinaldo Melucci

Rinaldo Melucci

È un Rinaldo Melucci insolitamente pacato, riflessivo, incline persino alla conciliazione, ma comunque fermo sulle sue posizioni amministrative il sindaco che ha tenuto la conferenza stampa di fine anno a Palazzo di Città. Abituati alle tensioni che spesso si registrano in consiglio comunale, è sembrato un altro Melucci quello che ha parlato persino di necessità di «unità e pacificazione» in vista degli importanti obiettivi che la città ha da perseguire.

Ha toccato praticamente tutti le questioni più sensibili che in questi mesi hanno agitato i tarantini e il consiglio comunale: asili nido, multiservizi, Taranto calcio, Giochi del Mediterraneo, Sail Gp, nuovo ospedale e piano urbanistico, caso Bitetti-Abbate, rapporto con Emiliano, senza sottrarsi ad una analisi sulle difficoltà a tenere insieme la sua stessa maggioranza.

«C’è bisogno di recuperare la realtà», ha esordito con riferimento alle polemiche che spesso inondano i giornali e i social. «Stiamo portando avanti un programma complesso che richiede continuità e stabilità. Finora abbiamo realizzato o è in fase di realizzazione il 70% degli obiettivi che ci eravamo posti già con il primo mandato. Il gossip danneggia la città, non il sindaco. E vedremo se ci saranno altri appuntamenti dal notaio». Evidente riferimento, quest’ultimo, a eventuali iniziative per tentare di sfiduciare ancora una volta la sua amministrazione.

Cominciamo dal tema di strettissima attualità: gli asili nido che da settembre 2025 saranno affidati ai privati. «Abbiamo in gestione diretta – ha spiegato Melucci – nove asili nido. Nemmeno in Emilia Romagna esiste una situazione di questo tipo. Voglio chiarire che non stiamo parlando di cessione ai privati ma di gestione. Un nuovo assetto che consentirà alle famiglie di accedere a contributi regionali, oltre ad allungare gli orari del servizio e abbattere le rette. Ci saranno nuovi posti di lavoro nel privato e saranno potenziate le attività di vigilanza e le attività educative. Gli 80 dipendenti non corrono alcun rischio perché queste risorse serviranno a rinforzare altri uffici e a presidiare meglio le periferie e le circoscrizioni. Sugli asili nido c’è molta strumentalizzazione».

Altra nota dolente: la società multiservizi. «L’abbiamo messa in sicurezza e abbiamo trovato le coperture per una nuova gara per 122 lavoratori per un altro anno. Ma quella piattaforma – ha avvertito – prima o poi deve andare in esaurimento».

Per quanto riguarda i rapporti con le cooperative sociali, Melucci ha riferito che sono state concordate «rate più sostenibili per il Comune, in modo da dare un poco a tutti». Una logica «accettata dagli operatori del settore».

«La realtà è fatta di numeri», ha detto Melucci e i numeri del bilancio – ha lasciato intendere – non permettono di sostenere tutti questi costi: «Basta con queste eredità del passato. Il Comune è stato utilizzato come camera di compensazione sociale, ma dobbiamo confrontarci con bilanci rigidi e mi auguro su questi temi di avere collaborazione da parte delle forze sociali». Proprio sabato 28, intanto, si vota il bilancio di previsione con l’avvertimento che i costi che l’ente deve sopportare hanno finito per esaurire la capacità di spesa discrezionale. In questo contesto diventa «ipotesi remota» una nuova edizione di Sail-Gp. Nei prossimi giorni – per quel che è trapelato al di là della conferenza – dovrebbe essere fatto il punto con gli organizzatori per valutare se esiste la possibilità di sostenere l’iniziativa attraverso sponsorizzazioni private.

Melucci ha quindi sfogliato l’elenco delle cose realizzate o in fase di realizzazione, «nonostante il clima non facile della politica nostrana»: dallo stadio di atletica al Bac-Parco della Musica, dalla riapertura del Mudit ai lavori della scarpata del lungomare, al recupero di Palazzo Troilo e di altri edifici storici, il cantiere delle Brt («tra mille complessità progettuali»), fino alla riqualificazione del rione Tamburi: «Stiamo completando il secondo lotto degli interventi previsti dall’accordo di programma con la Regione. Il quartiere sta cambiando fisionomia». Poi qualche “sforamento” in qualità di presidente della Provincia per annunciare le gare per completare regionale 8 e tangenziale sud.

Capitolo raccolta differenziata: «A febbraio andremo a regime e questo ci permetterà di limare la Tari che oggi ha importi significativi. È ripartito anche l’impianto Pasquinelli».

Le stoccate però non sono mancate: «Abbiamo registrato tanta agitazione natalizia su commercio e turismo. Noi, come Comune, su questo fronte abbiamo investito diverse centinaia di migliaia di euro. Altri appena duemila euro per l’iniziativa di qualche associazione».

Per quanto riguarda il recupero di Palazzo degli Uffici, nel 2025 si aprirà il cantiere di rifacimento delle facciate, ma per la rifunzionalizzazione complessiva dell’edificio serviranno tempo e soldi: «Abbiamo già investito 30 milioni, ne servono altrettanti». Si spera in un intervento del Ministero della Cultura e magari in un progetto di finanza. Resta, per Palazzo degli Uffici come per gli impianti sportivi che si stanno realizzando per i Giochi del Mediterraneo, il nodo della gestione e anche su questo Melucci – non per la prima volta – chiama a rapporto i provati «non abituati a modelli di gestione di una certa complessità».

Passaggio anche sul piano urbanistico e sulle polemiche rispetto a ciò che si prefigura intorno al nuovo ospedale San Cataldo: «Ma un minimo di servizi vogliamo garantirli? Stiamo facendo un piano che mancava da quarant’anni e veniamo criticati. Per quanto riguarda la Marina di Taranto: vogliamo che resti una landa desolata o vogliamo favorirne lo sviluppo turistico?».

Non poteva mancare il riferimento al tormentone Campbell: Melucci si sfila da ogni responsabilità, a dispetto dell’abbondante sovraesposizione sua, di assessori e consiglieri. «C’è stato – ha detto – il tentativo di indebolire l’immagine del sindaco. Il nostro unico obiettivo era fare un nuovo stadio, che è attrattore di investimenti e speravamo in un investitore forte per la gestione dell’impianto. Noi abbiamo solo fatto lavoro di accoglienza, per il resto non possiamo convincere Giove. Sindaci che realizzano stadi e che vengono criticati in questo modo non ne ho mai visti». Sorvola sull’opportunità che qualche cautela in più, qualche verifica in anticipo e una conferenza a Palazzo di Città meno carica di attese e di “Good morning Taranto”, forse avrebbe evitato clamori e reazioni anche scomposte della tifoseria.

E veniamo ai nodi politici. Innanzitutto si lascia andare ad una ammissione: «Vengo dal privato e non avevo la mentalità di un certo modo di fare politica rispetto alle aspettative di consiglieri e forze politiche». Melucci ha lanciato segnali distensivi al Presidente della Regione, Michele Emiliano, e ha assicurato che la collaborazione istituzionale è fruttuosa. Parole che lasciano prefigurare anche un chiaro posizionamento in vista delle elezioni regionali del prossimo anno. La rottura col presidente causa i Giochi del Mediterraneo? «Senza il nuovo accordo non avremmo avuto i Giochi a Taranto».

La vicenda Abbate-Bitetti: «Il problema non è Abbate. Con la presidenza Bitetti non c’è stata terzietà. Lo dicono i fatti. Due giorni prima che andassero dal notaio con Piero ci siamo incontrati in amicizia e abbiamo parlato con spirito di collaborazione sulle cose da fare. Poi è andato a firmare per lo scioglimento». E sul tourbillon di assessori e deleghe in giunta: «Non capisco dove sia lo scandalo. Sono i consiglieri che mi chiedono aggiornamenti della governance. Questo accadeva in misura ancora maggiore con l’amministrazione Stefàno che ha continuato a governare senza problemi».

Ma non è forse stata una coalizione di partenza troppo larga ed eterogenea a creare le fibrillazioni che tengono in vita l’amministrazione sempre col fiato sospeso? «Mah… In fin dei conti se ne è andata solo una parte del Pd, mentre Verdi e Cinquestelle stavano con noi a fatica. A volte a creare difficoltà sono scelte personali e non politiche. Se c’è stato un problema di metodo, oggi non è più così. In ogni caso, dopo l’onda lunga di odio nei nostri confronti, stiamo lavorando tranquilli. Sì, in città ci sono personalità in fibrillazione e le scadenze elettorali producono fermenti, ma la bussola del lavoro deve essere l’interesse della città».

La conclusione è quasi ecumenica: «Stanno arrivando momenti importanti per Taranto. L’immagine della città è cambiata e ci riconoscono i nostri sforzi ad ogni livello istituzionale. Ora serve uno sforzo di normalità».

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