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Il caso
20 Ottobre 2024 - 06:45
Il Centro accoglienza richieste di asilo (Cara) di Bari - archivio
BARI - Nel primo pomeriggio di ieri, sabato 19 ottobre, il porto di Bari è stato teatro dello sbarco che sta sollevando un acceso dibattito politico a livello nazionale. Una motovedetta della Guardia Costiera italiana è arrivata con a bordo 12 migranti, originariamente trasferiti nel centro italiano di permanenza per il rimpatrio di Gjader, in Albania. I migranti, 7 di origine bengalese e 5 egiziana, erano stati rimpatriati in Albania come parte di un accordo tra i due Paesi per gestire l’afflusso di migranti. Tuttavia, il tribunale di Roma ha stabilito che il loro trattenimento nel centro albanese non era legittimo, ordinando il loro ritorno in Italia.
La motovedetta, partita dall’Albania nella mattinata di ieri, intorno alle 9.30, ha raggiunto il porto di Bari in poche ore. Le operazioni di sbarco sono state rapide, durando solo alcuni minuti, dopodiché i migranti sono stati immediatamente trasferiti nel Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo (CARA) di Bari, dove saranno gestiti secondo le normative italiane ed europee in materia di immigrazione.
L’episodio ha innescato una nuova ondata di polemiche tra le forze politiche italiane, con forti ripercussioni a livello nazionale. Da una parte, esponenti dell’opposizione hanno criticato la gestione del caso, definendo la vicenda un fallimento della politica migratoria del governo. Secondo alcuni deputati, l'accordo con l'Albania si sta rivelando inefficace e incapace di garantire un trattamento legale e dignitoso per i migranti.
Dall’altra parte, esponenti del governo hanno difeso la propria linea, sottolineando che il ritorno in Italia dei migranti è il frutto di una decisione giudiziaria, e non di un errore politico.
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