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L'intervento

Yard Ex Belleli, «È importante che la bonifica vada avanti»

Le domande del presidente provinciale di Confcommercio Taranto, Leonardo Giangrande

Una veduta dell’ex yard Belleli

Una veduta dell’ex yard Belleli

«Ferretti rinuncia all’insediamento a Taranto, dalla stampa si apprende che l’annuncio ufficiale all’Autorità portuale è giunto nella serata di martedì, sebbene la notizia del recesso fosse ormai nota dalla scorsa settimana. Il recesso è stato determinato – a quanto fa sapere il Gruppo Ferretti- dalle lungaggini burocratiche e dalla contrazione delle contribuzioni pubbliche».

E' quanto si legge nella nota diffusa da Confcommercio Taranto.

“Un’ennesima delusione. Non si rinuncia a cuore leggero 200 posti di lavoro e ad un progetto che doveva essere  la rappresentazione plastica di una nuova visione di  sviluppo industriale, alternativo all’ industria siderurgica”. 

Così commenta  il presidente provinciale di Confcommercio Taranto, Leonardo Giangrande, convinto sostenitore delle grandi potenzialità  per lo sviluppo del territorio dei vari ambiti economico-produttivi della  blue economy.

«L’arrivo del gruppo Ferretti, un gigante con un fatturato da oltre un miliardo – continua Giangrande - avrebbe contribuito a fare di Taranto  il  nuovo polo di eccellenza nella costruzione dei mega  yacht di lusso. Un investimento da 200 milioni di euro tra danaro pubblico e privato  che avrebbe generato  ricadute economiche per il territorio e un   grande ritorno di immagine per il porto e per la città.

Solo un mese e mezzo  fa il presidente della Regione, Michele Emiliano, avendo appreso la notizia della pubblicazione da parte della  Sogesid del bando  di gara per i lavori di bonifica e prima infrastrutturazione dello yard Belleli, salutava con toni trionfalistici e definiva l’approdo del leader mondiale in riva allo Ionio "il risultato di un grande lavoro di squadra".

Ci si chiede cosa  in realtà, dopo poche settimane, a risultato finalmente raggiunto di un iter iniziato nel 2020, abbia determinato un così netto dietro front. Quali le reali motivazioni? A quanto pare l’ostacolo  – secondo gli addetti ai lavori- sarebbe rappresentato dal fatto che Taranto è qualificata come Area SIN, sito  di interesse nazionale, area attenzionata inquanto fortemente inquinata. Vincolo che andrebbe ridiscusso in sede ministeriale.

Sorprende però, che ciò possa aver bloccato un progetto di tale portata, dal momento in cui tale elemento di criticità era già noto. Intanto, al di là della retrocessione del Gruppo Ferretti, di cui si auspica un ripensamento, le operazioni di bonifica è opportuno che vadano avanti, a disposizione di eventuali altri investitori».

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