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Il caso

Indotto ex Ilva, la “lite” tra Emiliano e Fratelli d'Italia

Dopo la lettera che il governatore della Puglia ha inviato al presidente del Consiglio Giorgia Meloni

Michele Emiliano

Michele Emiliano

Il governatore della Puglia Michele Emiliano, ha inviato una lettera al presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, proponendo che sia la Regione a pagare «i debiti di Acciaierie d’Italia verso le imprese tarantine dell’indotto: siamo disposti a mettere a disposizione la nostra liquidità derivante dagli avanzi vincolati - spiega Emiliano - come abbiamo fatto durante la pandemia e per la crisi ucraina».

La Regione quindi ribadisce la propria disponibilità «a mettere in campo misure ad hoc per consentire a queste imprese di non fallire, previa concessione da parte del governo di apposita deroga alla disciplina degli aiuti di Stato, e dell’autorizzazione con legge dello Stato all’utilizzo dell’avanzo derivante dal risultato di amministrazione della Regione Puglia». Emiliano evidenzia la necessità di «non far fallire queste imprese che non vengono pagate dalla società franco-indiana affittuaria dal governo italiano del ramo di azienda che gestisce l’acciaieria di Taranto». Critica la dichiarazione congiunta del gruppo regionale di FdI (capogruppo Francesco Ventola e i consiglieri Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone, Renato Perrini e Michele Picaro): «Il 19 novembre del 2019 lo aveva già fatto! Anche in quell’occasione il presidente Michele Emiliano - all’epoca ‘anem e cor’ sia con ad di Mittal, Lucia Morselli sia con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte - si disse pronto ad anticipare i crediti vantati dalle imprese dell’indotto ex Ilva, con un prestito anticipato con i soldi della Regione Puglia, che poi il Governo avrebbe dovuto restituire.

Oggi ci riprova sapendo bene che si tratta più di un’operazione di marketing politico-elettorale, un stare sulla scena e sotto i riflettori, soprattutto per attaccare il Governo Meloni, e spostare l’attenzione dai problemi della Puglia che lui, invece, è chiamato a risolvere, a cominciare con i disastri di una Sanità ancora in ‘Piano di rientro’ (nonostante la tronfia e bugiarda conferenza stampa con il ministro Roberto Speranza l’11 settembre 2020, a pochi giorni dalle elezioni regionali) e un ‘Piano di rifiuti’ che ha prodotto solo un unico risultato: aumentare la TARI e mettere in ginocchio i Comuni. Ma solo per citare due dei tanti problemi che Emiliano è chiamato a risolvere. Mentre assistiamo a un’intromissione di campo, di un problema di natura nazionale e che il Governo Meloni sta cercando di risolvere mettendo riparo ai danni provocati proprio dai Governi sostenuti da Emiliano.

Ma se solo una parola della lunga lettera inviata al presidente Giorgia Meloni fosse davvero stata pensata e studiata per dare una mano e non per pura propaganda, anche dal sapore amarissimo, perché prende in giro le imprese e i lavoratori dell’indotto, Emiliano avrebbe stilato un piano di intervento vero e sarebbe venuto in Consiglio regionale prima a illustrarlo (come pagare, chi pagare, con quali garanzie etc etc) e poi a chiedere a tutto l’arco istituzionale presente nell’Assise di sostenere la richiesta dell’apposita deroga alla disciplina degli aiuti di Stato, e dell’autorizzazione con legge dello Stato all’utilizzo dell’avanzo vincolato della Regione Puglia»

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