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La tragedia

Morte al porto, c'è lo sciopero

Le reazioni sindacali sull'infortunio mortale

La reazione delle organizzazioni sindacali dopo la morte di Antonio Bellanova, l'operaio 31enne rimasto schiacciato da una ecoballa, non si è fatta attendere. Filcams Cgil, Nil Cgil, Usb, Uiltrasporti, Uiltemp hanno proclamato uno sciopero dalle ore 21.00 del 25 luglio fino alle ore 15.00 di oggi 26 luglio. In una comunicazione inviata a Ecologica SpA, la ditta per la quale lavorava lo sfortunato Antonio Bellanova, i sindacati spiegano le ragioni dello sciopero con l’ «ennesimo infortunio mortale in cui ha perso la vita un lavoratore avvenuto al Molo IV Sporgente del Porto di Taranto, dipendente con un contratto in somministrazione presso l’azienda Ecologica spa». 

Pietro Pallini, coordinatore della UIL di Taranto, commenta così la notizia del tragico incidente: «Un’altra giovane vita spezzata e il vuoto incolmabile per tutta una comunità che continua a contare vittime incolpevoli, come Antonio Bellanova, intento a lavorare con contratto di somministrazione all'interno del porto di Taranto. Commenti, parole e affermazioni di fronte a questi drammi che sono diventati oramai una vera e propria emergenza, ma che purtroppo non viene trattata come tale, tendono ad assumere sempre contorni più marcati di una irragionevole impotenza, perfino rassegnazione da parte di chi ha le leve decisionali nel Paese, e non solo, che può fare e non fa». 

«Non ci si può rassegnare di fronte a vite che si interrompono in questo modo, proprio mentre si svolgono le proprie mansioni di lavoro; mentre si assolve a un dovere, com’è accaduto ad Antonio.  Una terribile notizia, dolore e rabbia, proprio mentre si è da poco concluso l’incontro con il Ministero del lavoro sul tema dell’emergenza caldo dietro la nostra forte sollecitazione. Non dobbiamo mai smettere di dar voce a proposte e azioni che mirano a migliorare le condizioni sui luoghi di lavoro, affinché non si comprometta la sicurezza di chi opera, di chi si smazza per un salario, il più delle volte per la sopravvivenza. Vivere non è sopravvivere e sopravvivere non è morire. Di questo stiamo parlando. È giunto il momento di un impegno forte, di uno shock al sistema da parte della politica, attraverso il varo di misure straordinarie per fronteggiare quella che oramai è diventata una battaglia per la vita. Cos’altro è se a distanza di pochi giorni tutti piangiamo la seconda vittima sul lavoro qui a Taranto?»

«In attesa che gli inquirenti facciano piena luce sull’accaduto e accertino eventuali responsabilità - conclude Pallini - le nostre proposte sono e restano estremamente chiare e non danno luogo a fraintendimenti: incremento dei controlli, maggiori assunzioni di ispettori sul lavoro e maggiori sopralluoghi ispettivi, divieto di accesso a fondi pubblici (a cominciare da quelli del PNRR) per le aziende che non rispettano gli standard di sicurezza e non applicano i contratti nazionali di lavoro sottoscritti dai sindacati maggiormente rappresentativi; maggiori investimenti in formazione e prevenzione, leggi più severe e inasprimento della pena per chi fa della sicurezza un costo anteponendo così il profitto alla vita umana. Tutte proposte che finora sono rimaste inascoltate dal mondo politico e istituzionale di fronte a un dramma che oramai ha assunto i tratti di un conflitto, quello per la civiltà. Alla famiglia di Antonio, le condoglianze e la vicinanza più sentita da parte della UIL Taranto, che continuerà senza sosta a lottare per l’affermazione di una sicurezza che sia prima cultura che norma, con l’invito a tutte le istituzioni del territorio coinvolte sul tema della sicurezza del lavoro a mettere in campo ogni forma di collaborazione e iniziativa tesa alla sensibilizzazione pubblica ed al rispetto delle regole e normative vigenti». 

Sull’accaduto interviene anche Emanuele Ronzoni, segretario organizzativo Uil e commissario straordinario della Uil Puglia: «Ancora una vita spezzata in questa torrida estate pugliese. Il dolore e le lacrime per la morte di Antonio Bellanova, operaio in somministrazione di 31 anni nel porto di Taranto si accompagnano alla rabbia per l’ennesima tragedia che poteva essere evitata. Se il rispetto dei contratti nazionali e della normativa sulla sicurezza fossero una priorità per tutti queste tragedie non accadrebbero e non saremmo qui a piangere l’ennesimo lavoratore morto mentre svolgeva il suo lavoro».

«Continuiamo - afferma Ronzoni - a chiedere più sicurezza per le lavoratrici e i lavoratori, ma il silenzio con il quale vengono accolte le nostre richieste è assordante, mentre la strage continua. Il Governo nazionale e quello regionale non possono continuare a far finta che queste morti siano un triste dazio da pagare. Zero morti sul lavoro è l’obiettivo al quale tutti, insieme, dobbiamo tendere».

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