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La visita del Cavaliere

Berlusconi a Taranto nel 2001: «Basta con l'inquinamento»

Ad accoglierlo fu Rossana Di Bello

Silvio Berlusconi e Rossana Di Bello

La data, va da sè, non poteva essere una qualsiasi: il 5 maggio, mica lo puoi scordare. L’anno è il 2001. Inizio millennio. Arriva in elicottero, atterra sulla pista della Cittadella della Carità, dove ad attenderlo tra le varie autorità c’è anche l’arcivescovo emerito Guglielmo Motolese. «Dall’alto sono stato rapito dalla bellezza della veduta». Il sorriso è il suo, quello stampato sui cartelloni che in piena campagna elettorale sono ovunque. Il presidente operaio, il presidente imprenditore, il presidente innovatore. Uno e trino: e quindi non si può che parlare di lui, Silvio Berlusconi. Morto ieri lunedì 12 giugno a 86 anni, ha segnato un’epoca nella Storia d’Italia, al di là del giudizio che ciascuno può dare: è la frase che si ripete ovunque. E nel suo scrivere la Storia, Berlusconi è passato anche da Taranto.

Domenica 13 maggio 2001 si vota per le elezioni politiche: la vittoria per il centrodestra sotto le insegne della Casa delle Libertà si rivelerà netta, e Berlusconi avrà l’incarico dal presidente della Repubblica Ciampi di formare il suo secondo governo, dopo la (breve) esperienza del 1994. Sabato 5 maggio 2001, nel rush finale della campagna elettorale che lo contrappone a Francesco Rutelli, Berlusconi approda a Taranto.

A Palazzo di Città c’è un sindaco che è stato tra i primi in Italia a credere alla discesa in campo dell’imprenditore di Arcore e a fondare un Club di Forza Italia: è una donna, si chiama Rossana Di Bello, la sua popolarità è altissima quando accoglie “Silvio” in municipio, insieme al presidente della Regione Puglia, il giovanissimo Raffaele Fitto. La foto di Berlusconi e Di Bello sul balcone di Palazzo di Città, braccia alzate mano nella mano, è l’immagine che più rende lo zeitgeist, lo spirito del tempo in città in quei primi anni del XXI secolo. Eppure, più di vent’anni dopo, una frase pronunciata dall’allora candidato presidente del Consiglio nel 2001 (non c’era l’elezione diretta, ma quasi...) potrebbe benissimo essere riferita ad oggi, 2023: «Avete il diritto di godere di un ambiente sano e non inquinato, per valorizzare la vocazione turistica del territorio ed attirare investimenti». Ambiente ed industria insieme? «Deve essere possibile dappertutto e quindi anche a Taranto».

Sì, sono passati ventidue anni.

Spulciando l’edizione di quel giorno di TarantoSera, nell'articolo a firma Enzo Ferrari insieme a quel Berlusconi che si scopre ecologista e al saluto con monsignor Motolese, emerge il ritratto di una città infatuata del leader del centrodestra. Persone che “esplodono d’entusiamo, quando dall’ammiraglia sbuca la testa del Cavaliere. Berlusconi è subito preso d’assalto da cameramen, fotografi e giornalisti e il cordone delle forze dell’ordine fa fatica a contenere lo slancio dei suoi più convinti ammiratori. E’ così stretto dai gorilla che sulle prime nemmeno Rossana Di Bello, che lo attendeva da alcuni minuti a Palazzo di Città, riesce ad abbracciarlo. Anche lei è sospinta all’interno del Palazzo dalla incredibile ressa. Poi il portone si chiude alle spalle del candidato premier e agli aficionados non resta che invocare il nome di Silvio e sbandierare i vessilli della Casa delle Libertà (...) Nel palazzo del Municipio c’è la folla delle grandi occasioni (...) E’ quasi un appuntamento mondano e come ogni evento del genere che si rispetti non mancano i sussurri del gossip, come quello che racconta dei mugugni di un assessore che non è riuscito ad infiltrare la moglie nel Salone degli Specchi, complice l’efficace sbarramento della Digos”. 

A Berlusconi viene consegnato un pallone con gli autografi dei calciatori del Taranto; quindi “si concede alla folla che lo venera come un mito, fino al punto da essere sollevato sulle braccia dei fedelissimi e portato in trionfo”. Una “processione”, che “si muove da Piazza Castello e attraversa il Ponte Girevole, che civettuosamente mette in mostra i nuovi lampioni in stile sistemati in nottata a tempo di record. C’è anche il tempo di salutare il pittoresco carosello dei pescatori, con le paranze che, bandiere berlusconiane al vento, attraversano il canale a vele spiegate”.    

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