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Tangenti, si difende uno dei tre imprenditori

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Un'aula di Tribunale

“Non ho pagato mazzette all’architetto La Gioia. E’ stato tutto regolare”. Si è difeso così l’imprenditore 63enne Oronzo Moscaggiura finito ai “domiciliari” nell’ambito di una inchiesta su appalti truccati e mazzette. L’uomo, difeso dall’avvocato Rino Levato, è stato interrogato ieri mattina dal gip. Si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere l’architetto sessantottenne Vincenzo La Gioia, ex responsabile del settore “Assetto territorio e sviluppo economico” del Comune di Statte e gli imprenditori Marco Moscaggiur, e Amedeo Pesare, rispettivamente di trentadue e quarantaquattro anni. Nel collegio di difesa gli avvocati Egidio Albanese, Pasquale Blasi, Raffaele Errico, e Alessandra Semeraro. Nell’inchiesta altre cinque persone sono indagate a piede libero. Nel corso dell’operazione all’architetto La Gioia, la Guardi di Finanza ha sequestrato 82.779 euro. Dalle indagini condotte dagli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, è emerso che il dirigente comunale, ora in pensione, avrebbe truccato gare e concesso affidamenti diretti per dare alle imprese riconducibili a Marco Moscaggiura una serie di servizi ottenendo in cambio tangenti del valore pari al 10 per cento degli appalti.
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