Quattrocento attività commerciali sino a pochi anni fa, diverse storie imprenditoriali ultratrentennali, un ruolo di primo piano nella mappa urbana del commercio, una capacità di risposta ai bisogni di varie utenze, da quella fidelizzata a quella di passaggio. «Via Cesare Battisti, asse strategico in entrata ed in uscita (2,1 km a partire da piazza Ramellini) dal cuore alla periferia est della città di Taranto. Via Cesare Battisti che in pochi anni, dall’essere piena di luci e di commerci, ha visto spegnersi, una dopo l’altra, le vetrine di negozi che avevano costruito nell’arco di almeno due/tre generazioni, floride attività che davano lustro alla zona - ricordano dalla Confcommercio di Taranto - Nell’ultimo decennio molte attività sono cessate senza che si mettessero in campo percorsi pubblici strutturati, per fermare il lento degrado della zona. Tante sono state le analisi e le proposte, ma nessun intervento decisivo ne è conseguito. Qualche azione spot, ma nulla che potesse contribuire a stimolare un processo di rilancio della zona, o gli investimenti privati. Per cui non v’è stato un turn over delle attività: alle chiusure non sono corrisposte in pari numero le nuove aperture. Stesso discorso per quanto concerne i servizi: nessun investimento, nessuna novità per migliorare la qualità della vita dei residenti. È come se Via Cesare Battisti avesse subito nelle politiche pubbliche una sorta di declassamento, confermato dalle scelte degli ultimi tempi di non portarvi più eventi ed iniziative di animazione, riservate ormai solo agli altri quartieri cittadini». «L’ennesima disattenzione - conferma con amarezza Lelio Fanelli, presidente della delegazione Confcommercio ‘Tre Carrare Battisti’ - verso una delle aree cittadine a più alta vocazione commerciale. Vorrei ricordare le centinaia di attività su via Cesare Battisti che ancora oggi danno lavoro almeno a 1500 famiglie, per non parlare dei residenti. La nostra è una richiesta d’aiuto alle Istituzioni ad intervenire e a far presto per fermare il degrado e la paurosa involuzione di un’area che non molto tempo fa era attrattiva ed accogliente. A cosa sono serviti i diversi incontri, e persino le call negli ultimi tempi, con i tanti assessori con i quali ci siamo confrontati, per non parlare delle note stampa, delle interviste. Anni di attesa di un arredo urbano che non è mai arrivato, e come unico risultato negli ultimi 15 anni: il rifacimento di un manto stradale, opera iniziata a giugno e ancora da completare. Da parte nostra c’è sempre stata fiducia, soprattutto rispetto per le Istituzioni, ma questo deve essere reciproco».
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