Si riapre il caso del Comparto 32. Per intenderci, si tratta dell’area tra il centro Commerciale Porte dello Jonio e Cimino. Lunedì 10 ottobre è approdata in Commissione Assetto del Territorio, la proposta di delibera, in variante al Piano regolatore, per suddividere il comparto in sei sottozone. La seduta, presieduta dal consigliere Giuseppe Fiusco, ha visto la partecipazione di Confcommercio, di esponenti del mondo ambientalista e dei tecnici della società F.lli Marchetti Costruzioni srls, vale a dire la società che ha proposto la realizzazione di «una struttura a basso impatto urbanistico e di medie strutture di vendita ad alte prestazioni energetico-ambientali». La proposta arriva da lontano, addirittura da quattro anni fa, quando la giunta comunale fece proprio il parere del dirigente della Direzione Urbanistica, l’architetto Cosimo Netti, secondo il quale la proposta della società F.lli Marchetti era «coerente con la programmazione urbanistica dell’amministrazione». Da qui, il Progetto di Perimetrazione dei sub comparti «mantenendo le medesime destinazioni previste dal Prg»: un atto propedeuto all’adozione del provvedimento in consiglio comunale. Ci sono voluti però altri due anni, siamo al gennaio 2020, per la trattazione dell’argomento in Commissione Assetto del Territorio e così si è arrivati all’1 agosto di quest’anno con l’«istanza a provvedere» presentata dalla società. Ora la riproposizione, da parte del dirigente dell’urbanistica, della suddivisione dle Comparto C 32, in considerazione del fatto che «non sono intervenute modifiche alla strumentazione urbanistica vigente». Vi è una importante specificazione, nella proposta di delibera e cioé: «Le 6 sottozone di intervento mantengono le medesime destinazioni previste dal Prg vigente e non comportano incremento degli indici di fabbricabilità e/o la riduzione delle dotazioni di spazi pubblici o di uso pubblico». Tra le prescrizioni c’è quella che prevede in due comparti la «esplicita esclusione di realizzazione della quota residenziale, pari al 50% della volumetria assentibile». Si tratta, come si può immaginare, di una proposta che ricade su un’area più estesa particolarmente sensibile dal punto di vista urbanistico, un’area oggi interessata dalla presenza in fase di costruzione del nuovo ospedale San Cataldo e attraversata dalla litoranea interna Taranto-Avetrana e che nel prossimo futuro sarà interessata dal passaggio delle linee veloci Brt. Come prevedibile, la questione è tornata a dividere le opinioni fra chi ritiene che si tratti soltanto di una operazione di ricucitura urbana, necessaria per sottrarre al degrado aree altrimenti abbandonate, e chi invece teme che ci si trovi di fronte ad un ulteriore consumo di suolo e conseguente allargamento dei confini della città che già oggi soffre della complessa gestione dei servizi pubblici: dai trasporti alla raccolta dei rifiuti, per fare qualche esempio. I gruppi di opposizione in consiglio comunale ritengono «che questioni di tale importanza per il futuro della città, non possano restare una questione ristretta al sindaco Melucci e ad una parte della sua maggioranza ma vadano discusse con l’intera città». «Se si frena con la programmazione del Piano Urbanistico Generale - affermano i gruppi di minoranza - e si accelerano le varianti allo strumento vigente vogliamo prendere le nostre decisioni ragionando prima con la città, vogliamo sentire le osservazioni e le opinioni delle rappresentanze cittadine che non possono in momenti come questi restare escluse. A tal proposito i gruppi politici di opposizione, a partire dalla prossima settimana, inoltreranno invito formale a tutte le forze sociali della città di Taranto: associazioni di categoria, Ance, Legambiente, gli ordini professionali di Architetti, Ingegneri, Geometri al fine di acquisire le loro posizioni su questa variante urbanistica». I consiglieri Giampaolo Vietri e Tiziana Toscano (Fratelli d’Italia), spiegano che nel corso della riunione di commissione «abbiamo chiesto che sul punto sia convocato il sindaco Melucci in quanto il dirigente presente ha sostenuto dapprima che il provvedimento era voluto dall’amministrazione Melucci, che lo approvava con delibera di giunta comunale del 18.10.2018, mentre poi, incalzato dalle domande di noi consiglieri, correggeva il tiro sottolineando che il sindaco non si era espresso né a favore né contro dell’intervento in variante». «Non possiamo credere - affermano i due consiglieri - che un provvedimento di tale portata, passato tra l’altro all’approvazione della giunta, non abbia l’avallo del sindaco che detiene ad interim anche la delega all’urbanistica». Di qui la richiesta di «sentire il parere del sindaco oltre che delle categorie e delle associazioni interessate», considerato anche «che la parte commerciale all’interno dell’area del comparto 32 è già stata di recente incrementata con l’approvazione del cosiddetto “ampliamento dell’Auchan”». E proprio l’aspetto dell’ampliamento delle zone commerciali preoccupa la Confcommercio, presente alla riunione con i suoi dirigenti Giuseppe Spadafino, Salvatore Cafiero, Stanislao Vitiello, Tullio Mancino. Confcommercio ricorda come già in passato l’associazione fu protagonista di «un’aspra battaglia» contro il Progetto Sircom. «Naturalmente - dichiara Confcommercio - l’ipotesi che l’area possa essere oggetto di un piano teso a dare il via libera alla realizzazione di opere che darebbero la spinta ad un’ulteriore espansione urbanistica in quella direzione extra urbana, trova la dirigenza di Confcommercio su una posizione di netto rifiuto e di convinta volontà di mettere in campo ogni possibile opposizione». Per l’associazione dei commercianti la questione è di «estrema importanza per la tutela del commercio di vicinato e per la continuità ed il futuro delle aree urbane del commercio della città, per le quali alla nuova amministrazione Melucci è stata posta la richiesta di ‘una clausola di salvaguardia’ , in considerazione delle difficoltà endogene ed esogene che vive il settore del commercio». «La realizzazione di nuove cubature di cemento - afferma Confcommercio - rappresenterebbe un colpo mortale per il commercio tradizionale e la perdita della speranza di riqualificare le vie del commercio. Una città che già si presenza smagliata in varie aree periferiche carenti di servizi, non ha certo bisogno di proiettarsi ulteriormente all’esterno. Il Sindaco di Taranto ha avocato a se la delega all’ urbanistica, Confcommercio intende chiedere un incontro con il Primo Cittadino, avendo necessità di comprendere in modo netto e inequivocabile la sua posizione in merito alla questione. La normativa prevede che qual ora il Consiglio comunale non si esprimesse in merito, subentri la Regione, che nominerebbe un commissario ad acta, ipotesi a fronte della quale Confcommercio invita il Consiglio ad assumere una posizione responsabile, rigettando questa possibilità che metterebbe in pericolo il futuro di rinascita di Taranto e delle sue vie del Borgo e strade del commercio». Di qui l’appello «alle forze politiche sane del territorio, affinché prevalga il bene comune senza se e senza ma, a prescindere dagli schieramenti politici, dagli interessi di parte e da qualsiasi valutazione che non sia il bene della Città».
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