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La povertà educativa di chi urla «Sporco ebreo»

Auschwitz

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Prosegue il dibattito aperto dal direttore di TarantoBuonasera, Enzo Ferrari, sulla necessità di combattere le povertà educative. Nei giorni scorsi abbiamo ospitato gli interventi dell’avvocato Mimmo Lardiello e del segretario generale di Confcooperative, Carlo Martello. Oggi interviene il professor Riccardo Pagano, direttore del Dipartimento Jonico dell’Università di Bari nonché presidente provinciale dell’Anpi. Il dibattito avviato dal direttore Enzo Ferrari sulla “povertà educativa” e gli interventi successivi stimolano la riflessione su di una questione la cui gravità non è forse completamente avvertita dalla società nella sua interezza, sia dunque ai livelli istituzionali sia dalla società civile ormai assuefatta a modus vivendi sciatto, a relazioni inautentiche basate su atteggiamenti incapaci di orizzonti di senso. Non è il caso qui di fare analisi della società attuale (condivido l’intervento di Carlo Martello), ne prendiamo atto, è quella che è. Né tantomeno possiamo guardarci indietro e rimpiangere i tempi passati, anch’essi erano quello che erano. Il passato non ritorna, si vive il presente e si prepara il futuro. Che vuol dire ciò? Che non dobbiamo batterci perché si possa migliorare? Nient’affatto. Tutt’altro, ma lo dobbiamo fare capendo lo spirito del tempo, lo zeitgeist, ovvero il complesso di tensioni ideali che caratterizzano il clima culturale e spirituale di una determinata epoca. È questo che va compreso! Ci preoccupiamo della invadenza tecnologica, siamo suggestionati dal ruolo dei media, viviamo in una sorta di bolla del nulla, tutto vero. Dobbiamo porci, però, più di una domanda: quanto siamo capaci di trasformare le criticità in positività? Quanto riusciamo a rendere utili per la nostra vita tutte le occasioni che ci vengono offerte dalla scienza e dalla tecnologia? Insomma, quanto siamo veramente al passo con i tempi? Quanto persistono forme di arretratezza culturale che affondano le radici nell’ignoranza e nei pregiudizi? Ecco il vero problema, a mio modesto parere. L’Italia vive ancora di strascichi, di lutti non elaborati, di conti non fatti. È una crisi lunga, quasi carsica di depauperamento culturale, di forme di vita ancestrali, arretrate. C’è una falsa modernità! Si pensa di essere à la page se si ha l’ultimo marchingegno tecnologico, ma si è poveri dentro perché si è ignoranti. Ancora sono presenti richiami al fascismo, al nazismo, all’uomo forte, all’uomo della provvidenza. Che vergogna!!! Se parliamo di povertà educativa non possiamo ignorare quanto è accaduto nel parco comunale di Venturina Terme, frazione di Campiglia Marittima in provincia della pur nobile e civile Livorno. Al grido “devi bruciare anche tu” due ragazzine di 15 anni hanno scaricato il loro odio nei confronti di un dodicenne “colpevole” di essere ebreo. Lo hanno insultato, hanno inneggiato ai forni crematori, hanno rivendicato la shoah, insomma gli hanno detto che era uno “sporco ebreo”. A ciò hanno aggiunto violenza fisica, sputi, calci e pugni. Le due ragazze, studentesse di un istituto superiore di Piombino, ora sono all’attenzione della Procura del Tribunale per i minorenni di Firenze. I presenti non sono intervenuti in difesa del ragazzo, hanno girato le spalle. Un episodio veramente di povertà educativa, un atto grave di cui tutti dovremmo indignarci e che rinvia ad un impegno educativo che promuova il rispetto, il rifiuto della violenza, soprattutto che tenga sempre alta l’attenzione nei confronti dell’antisemitismo, del razzismo, dell’intolleranza, malattie mortali del vivere civile e della democrazia. In quelle ragazze la povertà educativa è devastante, è deprivante di bellezza, sì di quella bellezza che si riscopre nell’armonia e non nell’odio. Riccardo Pagano Direttore Dip. Jonico Presidente provinciale ANPI
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