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CONTROVERSO

Poesia del Giorno

"Pensami grano" di Savatore Porciello

Poesia del Giorno

"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 30 versi.

Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica. 

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La Poesia del Giorno, di lunedì 20 ottobre 2025, è:

    PENSAMI GRANO

    di SALVATORE PORCIELLO da Marcianise (CE)

    Non piangete per me
    al crepuscolo,
    non versate le vostre perle
    alla nuda terra.
    Lei mi pretende,
    come foglie reclamate dal vento.
    Pensami grano,
    pioggia e tempesta.
    Pensami salice e ninfea,
    luna e unghie di rugiada.
    Odora la rosa per me,
    assapora la mandorla,
    accarezza con gli occhi le magnolie.
    Diventerò grano,
    diventerò eterno,
    onde cariche di gelsomini e rose antiche.
    Cercami tra i frammenti del mattino.
    Perditi nei tramonti
    accarezzati dal vento.
    Pensami con te nel vento.

       

    Recensione

    La poesia Pensami grano di Salvatore Porciello è un canto delicato e struggente sulla continuità dell’essere oltre la morte, un invito a trasformare il lutto in contemplazione e la perdita in memoria viva. Il testo si muove tra terra e cielo, tra materia e spirito, con la naturalezza di chi ha accettato la fine come parte di un ciclo eterno.


    L’incipit – “Non piangete per me / al crepuscolo” – stabilisce subito il tono intimo e composto del commiato. Non c’è disperazione, ma una calma lucida: la voce poetica chiede silenzio, chiede di essere ricordata nella vita che continua, nella natura che accoglie e rinnova. L’immagine della “nuda terra” e delle “foglie reclamate dal vento” restituisce l’idea di un ritorno alle origini, dove la morte non è frattura ma ricongiungimento.


    Il verso “Pensami grano, / pioggia e tempesta” racchiude l’essenza della poesia. Il poeta si identifica con gli elementi della natura, diventando seme, acqua, vento – materia che si dissolve per generare altra vita. È un invito a riconoscere la presenza del defunto non nell’assenza, ma nel mondo che respira intorno: nei profumi, nei suoni, nei gesti quotidiani.


    Lo stile è limpido e musicale. Le immagini si susseguono con ritmo pacato e dolce, come in una preghiera laica: “Odora la rosa per me, / assapora la mandorla, / accarezza con gli occhi le magnolie.” Ogni azione sensoriale diventa un modo per rinnovare il legame tra chi resta e chi se n’è andato, un atto d’amore che resiste al tempo.


    Nel finale, “Cercami tra i frammenti del mattino. / Perditi nei tramonti / accarezzati dal vento”, la voce si dissolve nell’aria, ma non scompare: diventa parte del respiro del mondo. Il vento che chiude la poesia è la soglia tra presenza e memoria, simbolo di un’anima che continua a muoversi tra le cose. È una poesia di grande tenerezza, capace di parlare della morte senza paura e senza retorica. 

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