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CONTROVERSO
28 Ottobre 2024 - 06:00
"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.
Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:
Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica.
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La Poesia del Giorno, di lunedì 28 ottobre 2024, è:
ESODO
di DONATO CAIONE di Cinisello Balsamo (MI)
Il sole filtrava tra i peri
nel freddo internato,
fioca la luce pei sentieri
nel cielo abbrunato.
Foschi oscuri i corridoi
di mura muffite
e puzzolenti i pisciatoi
di vite passite.
Bambini figli di nessuno
guardavano il pero
ed in attesa del tribuno
speravano invero.
In fila mogi ad aspettare
brodaglia di verza
ed un intenso scodellare
al vento che sferza.
Giunse presto la fresca sera
nell’algido cielo
e già nitida la frontiera
lontana dal gelo.
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Recensione
La poesia si presenta come un viaggio sensoriale attraverso un paesaggio desolato, in cui il sole filtra timidamente tra i peri, rivelando una bellezza in parte offuscata. L'atmosfera è caratterizzata da un freddo pervasivo, che si insinua nel quotidiano, e la luce, fioca e incerta, si riflette sui sentieri di un cielo abbrunato, creando un contrasto tra speranza e miseria.
I corridoi foschi e oscuri, con le loro mura muffite, evocano l'idea di un ambiente oppressivo e decadente, in cui anche gli odori – i "puzzolenti pisciatoi" – raccontano storie di vite passite, di un'esistenza segnata dalla sofferenza e dall'abbandono. In questo contesto, la figura dei bambini, descritti come "figli di nessuno" emerge con un'intensità drammatica. Essi osservano il pero con una misera speranza, in attesa di un "tribuno" che possa portare un cambiamento, una figura simbolica di salvezza e riscatto.
Questa attesa diventa un momento chiave della poesia: in fila, i bambini appaiono "mogi" un termine che suggerisce la loro rassegnazione di fronte a un destino ineluttabile. La brodaglia di verza, servita in un contesto di privazioni, rappresenta non solo il cibo, ma anche la quotidianità di un’esistenza segnata da una lotta per la sopravvivenza. L'intenso scodellare, accompagnato dal vento che sferza, rimarca la durezza della loro condizione, in un mondo in cui la vita si consuma tra attese e delusioni.
L'arrivo della "fresca sera" segna un cambiamento nel poema, un momento di quiete che si distacca dall'algido cielo del giorno. La nitida frontiera, lontana dal gelo, si propone quasi come una promessa, un barlume di speranza che illumina le menti e i cuori di chi ha vissuto in condizioni tanto avverse. Questo accenno a un possibile futuro migliore invita il lettore a riflettere sull’anelito di libertà e dignità.
Attraverso immagini forti e cariche di significato, l’autore riesce a trasmettere l'idea che, anche nei momenti più bui, esiste un desiderio di riscatto e di speranza, trasformando l'esperienza di un esodo in una potente metafora di resilienza e di ricerca di un futuro più luminoso. La scrittura di Donato Caione non solo racconta una storia di sofferenza, ma anche di una indomita volontà di vivere e di aspirare a qualcosa di meglio, sottolineando l'importanza della comunità e dell’umanità in un mondo che spesso sembra dimenticarle.
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Testata: Buonasera
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