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CONTROVERSO
26 Agosto 2024 - 07:00
"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.
Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web del giornale Buonasera.it e sui canali social della testata, dovrà:
Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica.
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La Poesia del Giorno, di lunedì 26 agosto 2024, è:
QUALE PACE
di Giuseppe Bianco di Caivano (NA)
Ma quale pace
quale pace sarà così ardente
da bruciare reminiscenze
odi e diversità.
Quale pace
avrà tanta fantasia
da ricostruire mani, baci
braccia e gambe.
Ma quale pace
quale pace sa che per sempre
non è solo una parola
un sogno, un’utopia.
Quale pace
avrà mille volti
da riempire i vuoti
delle unicità delle vite cancellate.
Ma quale pace
quale pace non ubbidirà
a ideologie di parte
è sarà solo lei.
Quale pace
venderà tante armi
quanto una guerra, una sommossa
una rivoluzione.
Ma quale pace
quale pace avrà l’afrore
di case bruciate
e delle notizie che vendono.
Quale pace
innalzerà l’io al cielo
corone d’alloro e medaglie
e non sarà crocifissa?
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Recensione
Con una struttura ripetitiva e interrogativa, l’autore esplora le diverse manifestazioni e contraddizioni associate al concetto di pace. La domanda retorica "Quale pace" apre ogni strofa, sottolineando l’incertezza e il dubbio che pervade il testo.
Nel poema, la pace è descritta come un ideale ardente, capace di superare rancori e divisioni, ma la sua realizzazione appare quasi irraggiungibile. L'immagine di una pace che può "bruciare reminiscenze" e "ricostruire mani, baci, braccia e gambe" evoca una visione di pace che ha il potere di trasformare e guarire, ma che sembra distante dalla realtà.
Giuseppe Bianco prosegue interrogandosi se una pace autentica possa davvero esistere e non rimanere confinata in un sogno o utopia. Descrive una pace con "mille volti", capace di riempire i "vuoti delle unicità delle vite cancellate", suggerendo una visione inclusiva e restauratrice, ma anche la consapevolezza di quanto questa visione possa apparire irrealizzabile.
Il poema critica la pace come strumento di propaganda e controllo, notando che può essere manipolata da ideologie e utilizzata per vendere armi, paragonando le sue manifestazioni a quelle di guerre e rivoluzioni. Questa visione pragmatica e disillusa di pace mette in luce il divario tra il concetto ideale e le sue realizzazioni concrete.
I versi presentano un’immagine di pace intrinsecamente contraddittoria: quella che "avrà l’afrore di case bruciate" e che "innalzerà l’io al cielo", ma che non si farà crocifiggere. La conclusione mette in discussione la purezza e l'autenticità della pace proposta, suggerendo una riflessione sulla sua reale capacità di rispondere alle esigenze e alle speranze umane.
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