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CONTROVERSO

Poesia del Giorno

"Quale pace" di Giuseppe Bianco

Poesia del Giorno

"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web del giornale Buonasera.it e sui canali social della testata, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Taranto Buonasera: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 30 versi.

Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica. 

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La Poesia del Giorno, di lunedì 26 agosto 2024, è:

    QUALE PACE

    di Giuseppe Bianco di Caivano (NA)

    Ma quale pace
    quale pace sarà così ardente
    da bruciare reminiscenze
    odi e diversità.
    Quale pace
    avrà tanta fantasia
    da ricostruire mani, baci
    braccia e gambe.

    Ma quale pace
    quale pace sa che per sempre
    non è solo una parola
    un sogno, un’utopia.
    Quale pace
    avrà mille volti
    da riempire i vuoti
    delle unicità delle vite cancellate.

    Ma quale pace
    quale pace non ubbidirà
    a ideologie di parte
    è sarà solo lei.
    Quale pace
    venderà tante armi
    quanto una guerra, una sommossa
    una rivoluzione.

    Ma quale pace
    quale pace avrà l’afrore
    di case bruciate
    e delle notizie che vendono.
    Quale pace
    innalzerà l’io al cielo
    corone d’alloro e medaglie
    e non sarà crocifissa?

       

    Recensione

    Con una struttura ripetitiva e interrogativa, l’autore esplora le diverse manifestazioni e contraddizioni associate al concetto di pace. La domanda retorica "Quale pace" apre ogni strofa, sottolineando l’incertezza e il dubbio che pervade il testo.


    Nel poema, la pace è descritta come un ideale ardente, capace di superare rancori e divisioni, ma la sua realizzazione appare quasi irraggiungibile. L'immagine di una pace che può "bruciare reminiscenze" e "ricostruire mani, baci, braccia e gambe" evoca una visione di pace che ha il potere di trasformare e guarire, ma che sembra distante dalla realtà.


    Giuseppe Bianco prosegue interrogandosi se una pace autentica possa davvero esistere e non rimanere confinata in un sogno o utopia. Descrive una pace con "mille volti", capace di riempire i "vuoti delle unicità delle vite cancellate", suggerendo una visione inclusiva e restauratrice, ma anche la consapevolezza di quanto questa visione possa apparire irrealizzabile.


    Il poema critica la pace come strumento di propaganda e controllo, notando che può essere manipolata da ideologie e utilizzata per vendere armi, paragonando le sue manifestazioni a quelle di guerre e rivoluzioni. Questa visione pragmatica e disillusa di pace mette in luce il divario tra il concetto ideale e le sue realizzazioni concrete.


    I versi presentano un’immagine di pace intrinsecamente contraddittoria: quella che "avrà l’afrore di case bruciate" e che "innalzerà l’io al cielo", ma che non si farà crocifiggere. La conclusione mette in discussione la purezza e l'autenticità della pace proposta, suggerendo una riflessione sulla sua reale capacità di rispondere alle esigenze e alle speranze umane.

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