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Il dibattito sullo Ius scholae
28 Agosto 2024 - 09:45
Nel dibattito politico di queste ultime settimane la sta facendo da protagonista il tema della cittadinanza agli immigrati. Il Ministro degli Affari esteri Antonio Tajani propone di modificare la legge già esistente che regola la concessione della cittadinanza italiana agli stranieri sulla base del principio dello ius scholae che vuole essere una proposta di mediazione tra le chiusure della destra, in particolare della Lega, e la posizione aperturista del Pd che parla di ius soli cioè di acquisizione della cittadinanza italiana sulla base del principio che nascere in Italia dà di per sé il diritto alla cittadinanza.
L’argomento è un tema identitario sia per la destra, e segnatamente per la Lega, che per la sinistra e come tale è fortemente divisivo. In premessa occorre comprendere cosa si intende e cosa significa acquisire la cittadinanza di un Paese. A mio parere la cittadinanza italiana in un mondo libero, globalizzato e cosmopolita come il nostro deve essere una scelta consapevole e libera da condizionamenti. Essa va fatta in maniera cosciente ed avendo contezza di quello che si fa e si diventa, per convinzione non perché imposta come condizione per… o perché conveniente.
Una scelta così importante va fatta dopo aver conosciuto, apprezzato, amato una storia, una cultura, una civiltà, e dopo averle condivise. E una scelta libera presuppone la conoscenza. Nessuna scelta, di qualsiasi natura, è libera senza la conoscenza che nel caso della cittadinanza significa conoscenza della civiltà, della storia, della cultura, delle leggi, dei diritti e soprattutto dei doveri che comporta l’acquisizione del nuovo status giuridico di cittadino italiano.
Diventare cittadino italiano significa certo acquisire dei diritti ma anche e soprattutto avere coscienza che si assumono dei doveri primo fra tutti quello di rispettare le leggi italiane e la Costituzione. Ecco perché è importante la conoscenza perchè senza di essa non c’è scelta libera.
Un musulmano quando chiede di diventare cittadino italiano deve sapere che questo comporta un totale ribaltamento della cultura da cui proviene, che deve mutare radicalmente la sua visione dei rapporti tra cittadini, tra uomini e donne, tra padri e figli, tra cittadino e istituzioni. Deve sapere che sua moglie e le sue figlie non saranno da quel momento oggetti dei quali lui potrà disporre a sua volontà, ma cittadine libere e, al pari di lui, titolari di diritti che vanno rispettati e che sono tutelati dalla legge.
Questo significa che chi chiede di essere cittadino italiano non compie un atto burocratico o anagrafico ma una scelta libera che va rispettata sempre e comunque sia esso italiano che straniero. Uno straniero, infatti, potrebbe scegliere di vivere in Italia ma di conservare la cultura e la cittadinanza del proprio Paese e votare per il governo del suo Paese. Quanti italiani vivono in Inghilterra o in Francia ma conservano orgogliosamente la cittadinanza italiana. Questo fa un Paese liberale e democratico.
Il discrimine vero sono i diritti e il diritto di voto in particolare. Sotto questo aspetto va sgombrato immediatamente il campo dagli equivoci poiché fortunatamente nel nostro Paese i diritti fondamentali della persona sono garantiti non da una legge del Parlamento ma dalla legge delle leggi, la Costituzione, che vale indistintamente per tutti, italiani e stranieri, e che è il vero ius soli perché a norma di essa a qualsiasi persona che nasce, mette piede e vive anche temporaneamente nel nostro Paese vengono garantiti tutti i diritti della persona a prescindere dalla cultura, religione, sesso, opinione politica: assistenza sanitaria, scuola, diritti civili, libertà di opinione ecc.
Veniamo alla politica. Per la sinistra lo ius soli è una vecchia bandiera lisa e maltrattata poiché sono anni che fa parte del suo carnet di proposte di legge fin dai tempi del governo Prodi ma mai messa seriamente all’ordine del giorno. A questo proposito è legittimo chiedersi e chiedere al Pd: in venti anni che la sinistra ha governato questo Paese come mai non avete trovato il tempo e la volontà politica di approvare una legge sullo ius soli e ve ne ricordate e ponete il problema solo adesso che al governo del Paese c’è il centro destra? La strumentalità è evidente.
Anche per Forza Italia la proposta di Tajani dello ius scholae è strumentale. Essa è un modo per distinguersi dal resto della destra, un segnalare la propria diversità e anche perché no? una strizzatina d'occhio alla sinistra come per dire "Noi ci siamo e voi solo con noi potete dialogare poiché siamo noi l'ala moderata e presentabile del centro destra".
E' un messaggio alla sinistra e l’indicazione di una possibile e ipotetica prospettiva politica in caso di rottura con Lega e Fratelli d'Italia per una riedizione del centro sinistra storico. Non dimentichiamo che Forza Italia nell'idea di Berlusconi è la Democrazia Cristiana 2.0 del 2000.
Forza Italia in Europa è nel gruppo dei popolari europei oggi alleati con sinistra e verdi. Questa uscita di Tajani punta alla crisi di governo inevitabile se Forza Italia votasse in parlamento la legge con il PD? Assolutamente no. Sarebbe un atto irresponsabile e incomprensibile in un momento in cui le cose per il governo vanno bene. E Tajani è tutto fuorchè un politico irresponsabile. Io ritengo invece che la proposta di Tajani sia un ballon d’essai, una mossa “per vedere l’effetto che fa”, un modo per saggiare le reazioni dei propri compagni di viaggio e fare le prove di cosa accadrebbe se Forza Italia aprisse alla sinistra.
Un avvertimento non tanto subliminale a Meloni e Salvini su possibili cambi di rotta del partito di Berlusconi sulla falsariga europea? Questo sarebbe vero se Tajani e Forza Italia perseguissero un’ipotetica strategia a lungo termine di avvicinamento alla sinistra sul modello Von Der Lajen.
Una svolta e un’alternativa di governo sul modello del centro sinistra storico in salsa europea con Tajani premier? Perché no? La Democrazia cristiana era maestra in queste pratiche e le tentazioni per gli uomini politici sono sempre in agguato. Come diceva il divo Giulio “pensare male è peccato ma a volte ci si azzecca”. Per il momento però mi sembra improbabile e azzardato. Tajani è un politico post-democristiano, uno che viene da lontano, uno navigato che ha la vista lunga, intelligente, accorto, navigato e raffinato e per ora per Forza Italia vale quello che diceva il centurione romano dell’Ab urbe condita di Tito Livio Hic manebimus optime ("Qui staremo benissimo"). Per questo propendo per l’avvertimento e il riposizionamento all’interno del governo e non per la crisi. T
Tajani è troppo accorto e prudente per fare di Forza Italia il partito della crisi. Per Schlein e per Conte, cioè per un’opposizione che abbaia inutilmente alla luna, invece molto più banalmente è un’occasione per mettere scompiglio nel governo e approfittare di un possibile grimaldello che viene loro offerto su un piatto d’argento dalla stessa destra.
Proveranno a coglierlo al volo per tentare di spaccare la maggioranza e rientrare in gioco. Infatti, dello ius soli Schlein e compagni se ne straimpippano altrimenti lo avrebbero adottato nei venti anni che sono stati al governo.
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