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Lo street artist accusato di essere filorusso
15 Luglio 2023 - 12:30
Dall’ottobre 2021 il suo ritratto di Giorgio Di Ponzio, ucciso nel 2019 a soli quindici anni da un sarcoma, campeggia, enorme, su un palazzo di dieci piani a Tramontone. Un sorriso abbozzato, quasi enigmatico, ed il volto segnato da quelle cicatrici rosse che sono il marchio di fabbrica con cui rende “sue” le persone che dipinge - e le loro storie.
Non ha mai avuto paura di esporsi lo street artist napoletano Jorit: il suo murale con raffigurato il piccolo Giorgio è uno dei più noti ed iconici tra quelli realizzati nell’ambito del progetto Trust, che ha portato artisti di fama mondiale a Taranto, affinchè lasciassero la loro impronta su alcuni edifici della città. «Da Bagnoli a Firenze a Taranto. Insorgiamo. Basta ricatti. Vogliamo salute e lavoro. La nostra vita vale più dei vostri profitti» il messaggio collegato da Jorit alla sua opera tarantina, che vuole essere un simbolo della lotta all’inquinamento.
Di Jorit si parla moltissimo, in questi giorni, per un’altra sua realizzazione: a Mariupol, città del Donbass oggi controllata dalla Russia, ha dipinto una bambina, postando il risultato su Instagram con due citazioni. «Cosa fare con questi otto milioni di Russi che sono rimasti in territorio ucraino? Bisogna tirargli una bomba atomica» è la frase attribuita a Julija Tymošenko, primo ministro dell’Ucraina nel 2005 e dal 2007 al 2010; «I nostri figli andranno negli asili e nelle scuole, i loro vivranno nelle cantine» è invece quanto dichiarato da Petro Porošenko, presidente dell’Ucraina dal 2014 al 2019.
«Io sono un artista libero e ho il dovere di far vedere l’altro lato della medaglia e creare dibattito» ha voluto rispondere l’artista napoletano a chi lo ha accusato, sui vari canali social, di avere assunto posizioni pro-Russia e filoputiniane, anche in ragione di altre dichiarazioni: «La resistenza che avremmo dovuto appoggiare è quella del popolo del Donbass che lotta da otto anni per liberarsi da un regime; quello di Kiev che di democratico oramai non aveva più niente». Nel marzo 2022, pochi giorni dopo l’inizio dell’invasione russa in Ucraina per l' “operazione militare speciale”, era stato il presidente russo Vladimir Putin ad elogiare un altro murale di Jorit, stavolta realizzato a Napoli, in cui ad essere raffigurato con le tipiche cicatrici era Fëdor Dostoevskij. Un episodio che l’artista aveva commentato in questo modo: «Assurdo, Putin parla del murale di Dostoevskij a Napoli. È mai possibile che sono riuscito a fare più io, semplice cittadino, per la pace con un murale che il nostro governo?».
Diego Armando Maradona, Gramsci, Pasolini, Mandela sono stati raffigurati nel corso della sua carriera dallo street artist napoletano. Che al quartiere Pigneto a Roma ha voluto anche omaggiare Luana D’Orazio, giovane madre morta sul lavoro a ventidue anni.
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