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Il fatto

Bilancio di genere, la Asl Bari conferma l’impegno per equità e qualità dei servizi

Analisi dei dati e programmazione orientata ai bisogni di donne e uomini. Rafforzata la prevenzione e monitorate le disuguaglianze

BARI – Anche per quest’anno la Asl di Bari ha adottato il Bilancio di genere, consolidando un percorso strutturato che utilizza l’analisi dei dati come strumento operativo per migliorare equità, accessibilità ed efficacia dei servizi sanitari. Non si tratta di una semplice rendicontazione, ma di una base concreta per orientare le scelte di programmazione e rispondere in modo più mirato ai bisogni di salute della popolazione.

Il documento assume il genere come determinante di salute, consentendo di analizzare con maggiore precisione le modalità di accesso ai servizi, la partecipazione ai programmi di prevenzione e l’utilizzo delle cure da parte di donne e uomini. Le evidenze raccolte vengono così tradotte in decisioni organizzative e sanitarie, superando approcci frammentati.

La direttrice amministrativa della Asl Bari, Rachele Popolizio, sottolinea come il Bilancio di genere sia ormai parte integrante delle politiche di bilancio dell’azienda, in coerenza con gli obiettivi di sviluppo sostenibile e con l’Agenda 2030. La ASL Bari ha anticipato questo percorso introducendo una valutazione dell’impatto di genere in tutte le fasi, dalla programmazione al monitoraggio fino alla valutazione finale, per orientare in modo più efficace le risorse e verificare l’impatto delle politiche su donne e uomini, prevedendo correttivi mirati quando necessario.

Il territorio di competenza della ASL Bari conta oltre 1,22 milioni di abitanti, con una popolazione a prevalenza femminile pari al 51,2%. Nel corso dell’anno sono state erogate oltre 7,7 milioni di prestazioni ambulatoriali a 435.761 utenti, con una quota del 58% a favore delle donne. Anche l’attività ospedaliera evidenzia differenze rilevanti: nel 2024 sono stati registrati 46.231 ricoveri ordinari riferiti a 35.806 utenti, con una distribuzione complessivamente equilibrata tra i generi.

Uno degli ambiti in cui il Bilancio di genere mostra un impatto diretto sui cittadini è quello della prevenzione. Superata la fase pandemica, nel 2024 gli screening oncologici femminili hanno segnato un deciso rafforzamento. Lo screening per il carcinoma della cervice uterina ha raggiunto un’estensione del 98,4% della popolazione target residente, mentre lo screening mammografico ha consolidato la ripresa avviata dal 2022, con un’estensione pari al 76,41% nella fascia di età 50-69 anni e un’adesione del 57,47%. Dati che consentono di affinare ulteriormente le strategie di prevenzione e ridurre le disuguaglianze di accesso.

La direttrice sanitaria della Asl Bari, Rosella Squicciarini, evidenzia come il Bilancio di genere permetta di leggere i dati sanitari in modo più aderente ai bisogni delle persone, orientando prevenzione e cure con maggiore appropriatezza. Le informazioni su screening e vaccinazioni dimostrano che un approccio fondato sui dati migliora l’accesso ai servizi e contribuisce a contenere le disuguaglianze di salute.

Le analisi mostrano una maggiore adesione femminile nelle fasce di età adulta e anziana, in particolare per la vaccinazione antinfluenzale e per quella contro l’Herpes Zoster, elementi utili per progettare campagne vaccinali sempre più mirate. Il Bilancio di genere approfondisce inoltre l’assistenza domiciliare integrata, che nel 2024 ha coinvolto prevalentemente donne, in linea con l’andamento demografico e l’invecchiamento della popolazione.

Rilevante anche l’analisi delle esenzioni ticket. Nel territorio della ASL Bari risultano esenti per patologie croniche e invalidanti 194.317 donne e 161.835 uomini, mentre le esenzioni per condizioni economiche riguardano 311.174 donne e 276.281 uomini, dati che orientano la programmazione dei servizi territoriali e le politiche di contrasto alle disuguaglianze.

Accanto alla dimensione rivolta ai cittadini, il documento esamina il contesto interno dell’azienda. Nel 2024 la ASL Bari conta oltre 9.200 dipendenti, con una presenza femminile pari a circa il 65%. Le donne rappresentano il 59% della dirigenza, ma la loro incidenza si riduce nei ruoli apicali, attestandosi al 22% tra i direttori di Unità Operative Complesse e al 14% tra i direttori di Dipartimento, confermando la necessità di rafforzare le politiche di pari opportunità e valorizzazione delle competenze.

Un ulteriore segnale di avanzamento riguarda le commissioni di concorso, dove nel 2024 si registra un incremento della presenza femminile rispetto all’anno precedente, a testimonianza di una crescente attenzione all’equilibrio di genere nei processi di selezione e valutazione del personale.

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