Cerca

Cerca

Taranto

Extinction Rebellion colora di verde il fiume Tara: il video e le foto della protesta nazionale

Azioni dimostrative in 10 città italiane al termine della COP30. Nel territorio ionico il movimento ha scelto il Tara, citando l’inquinamento storico dell’ex Ilva e le preoccupazioni per il nuovo dissalatore

Extinction Rebellion colora di verde il fiume Tara: protesta nazionale, a Taranto il simbolo dell’“ecocidio”

TARANTO – Anche Taranto è stata al centro della mobilitazione nazionale di Extinction Rebellion, che nella mattinata del 22 novembre ha tinto di verde – con fluoresceina, sostanza innocua utilizzata nei monitoraggi idrici – le acque di fiumi, mari e fontane in 10 città italiane. Nel territorio ionico la scelta è ricaduta sul fiume Tara, indicato dagli attivisti come uno dei simboli più evidenti del degrado ambientale locale.

L’azione, portata avanti in contemporanea alla chiusura della COP30 di Belém, ha voluto denunciare le “politiche ecocide” del Governo italiano e attirare l’attenzione sugli effetti di un clima che, secondo il movimento, è ormai in stato di collasso. Dalla Darsena dei Navigli a Milano al Po in secca di Torino, dal Canal Grande di Venezia fino alla Cala di Palermo, gli attivisti hanno ripetuto la stessa modalità: colorare temporaneamente l’acqua per renderla un segnale visibile e immediato.

A Taranto la protesta ha assunto un significato particolare: il Tara è definito dagli attivisti un corso d’acqua «pesantemente contaminato dall’ex Ilva e ora minacciato dal progetto del nuovo dissalatore». Una delle portavoce ha dichiarato che «tingere di verde queste acque significa mostrare il mondo che ci aspetta se continueranno le attuali politiche climatiche».

Nel comunicato nazionale, Extinction Rebellion ricorda come alla COP30 sia stata inizialmente proposta l’uscita dai combustibili fossili – sostenuta da 82 delegazioni – poi depotenziata anche a causa dell’opposizione di Italia e Polonia. Nel testo finale, sottolineano gli attivisti, il riferimento all’abbandono totale delle fonti fossili sarebbe scomparso, lasciando spazio a un compromesso giudicato «insufficiente e tardivo».

Il movimento evidenzia inoltre che le attuali strategie energetiche globali condurrebbero a un incremento medio della temperatura di 2,6°C entro fine secolo, con effetti definiti catastrofici: siccità estreme, collasso delle barriere coralline, perdita delle calotte glaciali e vaste aree rese inabitabili. L’Italia, sostengono gli attivisti, sarebbe oggi il sesto Paese al mondo per investimenti in combustibili fossili, forte del Piano Mattei e delle 34 nuove licenze per trivellazioni approvate recentemente.

A due anni dalla precedente azione dimostrativa – quando Extinction Rebellion colorò di verde fiumi e mari in 5 città – il movimento ha raddoppiato i luoghi coinvolti. «Mentre il governo si prepara a una nuova finanziaria di guerra – concludono gli attivisti – le acque verdi continuano a diffondersi: è tempo di fermare l’ecocidio e pretendere scelte politiche coraggiose, capaci di proteggere la vita e i diritti di tutti».

Un’iniziativa che, anche a Taranto, riporta al centro il tema della transizione ambientale, del rapporto tra industria e territorio e delle scelte che peseranno sul futuro del pianeta.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Buonasera24

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Termini e condizioni

Termini e condizioni

×
Privacy Policy

Privacy Policy

×
Logo Federazione Italiana Liberi Editori