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Manduria
02 Ottobre 2025 - 14:09
MANDURIA - Sale la tensione tra gli operatori del mercato settimanale di Manduria, che annunciano lo stato di agitazione e preannunciano azioni di protesta contro l’inerzia dell’Amministrazione comunale. Dopo oltre 5 anni di segnalazioni, incontri istituzionali e promesse, nulla di concreto è stato fatto per affrontare il grave degrado dell’area mercatale di via Giardinello, ormai giudicata dagli ambulanti come non più accettabile sotto il profilo logistico e della sicurezza.
“Con i colleghi delle altre sigle sindacali – ha dichiarato Giuseppe Nuzzo, presidente provinciale di Fiva Confcommercio – abbiamo fatto il punto sulla situazione, constatando il progressivo declino di un mercato che un tempo rappresentava un polo attrattivo per la città e per il territorio circostante. Oggi le condizioni di via Giardinello sono insostenibili e l’offerta commerciale è drasticamente ridotta”. Secondo i dati diffusi dalla categoria, i 450 operatori presenti fino al 2020 si sono ridotti negli ultimi anni a 120 postazioni assegnate, delle quali solo 70 effettivamente operative.
Gli ambulanti chiedono interventi urgenti, in particolare la realizzazione di un parcheggio interno all’area mercatale, considerato indispensabile per migliorare la fruibilità e garantire la sicurezza degli utenti e degli stessi operatori. Per favorire l’avvio dei lavori, che comprendono anche il rifacimento del manto stradale, gli operatori hanno proposto il trasferimento temporaneo del mercato in via Aldo Moro, una soluzione già discussa con il sindaco Gregorio Pecoraro, il quale nell’ultimo incontro di luglio si era impegnato a verificarne la fattibilità.
Quella del trasferimento viene vista come una mossa strategica per rilanciare il mercato, che fino a pochi anni fa era tra i più vitali della provincia e che invece, secondo gli ambulanti, è stato penalizzato dalla decisione di spostarlo in zona Giardinello. “Siamo disponibili al dialogo – ribadiscono gli operatori – ma chiediamo con forza che l’Amministrazione mantenga gli impegni presi e non ignori ulteriormente il problema”.
Nel frattempo, la categoria conferma lo stato di agitazione e avverte: senza risposte rapide, le proteste diventeranno inevitabili.
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