BARI - Con l’attivazione dei Poli Sociali Integrati in tutte le province pugliesi, entra nel vivo anche in Puglia la seconda fase di Su.Pr.Eme.2, il principale programma nazionale di contrasto al caporalato, finanziato dal Ministero del Lavoro attraverso fondi europei per un totale di 45 milioni di euro.
Il progetto, che coinvolge le regioni Sicilia, Puglia, Basilicata, Calabria e Campania, prevede interventi mirati per proteggere i lavoratori migranti regolari esposti a gravi forme di sfruttamento. Alla Regione Puglia sono destinati 7.861.053 euro, con cui saranno finanziati servizi socio-sanitari, legali, di orientamento al lavoro, trasporti e soluzioni abitative per chi è maggiormente vulnerabile.
La regia tecnica è affidata ad AReSS Puglia, che coordina una rete di 28 enti del terzo settore dislocati nelle tre macro-aree della regione: Nord, Centro e Sud. Complessivamente il sistema prevede 12 sportelli stabili, 150 posti letto in cohousing, 7 unità mobili, 8 navette per il trasporto casa-lavoro e un help desk anti-caporalato operativo dal lunedì al venerdì.
In provincia di Foggia sono stati attivati 5 sportelli e altrettanti poli mobili, con soluzioni abitative nel villaggio Don Bosco e in appartamenti diffusi. Nell’area Bari-BAT, i 3 sportelli saranno ospitati a Bari, Barletta e Gioia del Colle, con servizi anche a Turi, Terlizzi e Trani. Per Lecce, Brindisi e Taranto i 4 sportelli operano in stretta sinergia con le realtà locali, come ARCI e Babele.
I Poli Sociali offrono servizi a bassa soglia, in raccordo con ambiti sociali, distretti sanitari, prefetture e centri per l’impiego, per promuovere inclusione, tutela legale e autonomia. Tra gli strumenti previsti, anche un “budget di integrazione” da 2.000 euro per persona, destinato all’autonomia abitativa, ai tirocini e allo sviluppo delle competenze.
Secondo l’assessora Viviana Matrangola, Su.Pr.Eme.2 rappresenta “una straordinaria occasione per consolidare la strategia regionale sull’inclusione dei migranti e sul contrasto allo sfruttamento”. Il successo della prima edizione, con la Puglia capofila, ha ricevuto il plauso della Commissione Europea. La riduzione visibile del caporalato, ha aggiunto, è frutto di un lavoro congiunto tra istituzioni, terzo settore, forze dell’ordine e datori di lavoro.
Il dirigente regionale Vitandrea Marzano ha evidenziato che il programma punta a sostenere 18.000 migranti regolari, di cui 8.000 in Puglia, anche in contesti informali, per garantire il pieno accesso ai diritti e alla vita democratica del Paese. “Solo un’azione integrata e continuativa – ha detto – può spezzare le catene dell’intermediazione illecita”.
Per il direttore del Consorzio Nova, Gianpietro Losapio, i Poli Sociali rappresentano “un hub strategico che connette politiche pubbliche e bisogni reali, portando i servizi dove le vulnerabilità emergono”.
Il sistema di Su.Pr.Eme.2 si muove lungo due direttrici: da un lato la presenza territoriale capillare, dall’altro la costruzione di reti stabili e co-progettate. L’obiettivo è restituire dignità, strumenti e opportunità a chi, troppo spesso, è rimasto invisibile nelle campagne, nei cantieri, nei servizi di cura e nella ristorazione.
Da Gioia del Colle a Nardò, da Cerignola a Trani, prende forma un nuovo modello di welfare di prossimità, che vuole trasformare l’accoglienza in inclusione effettiva, e la protezione in diritto esigibile. Un impegno che, come ha ricordato l’assessora Matrangola, in un’epoca di conflitti e fratture, assume anche il valore concreto di un investimento in dialogo e pace.