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Taranto

"One", parte dal Castello Aragonese il catamarano che studierà il Mediterraneo. Il video e le foto

Il progetto M.A.R.E. ed un viaggio di 1.800 miglia tra Italia, Grecia e Turchia per portare a compimento un ciclo di riferimento durato quattro anni

"One", parte dal Castello Aragonese il catamarano che studierà il Mediterraneo

Da Taranto, Castello Aragonese, per portare a compimento un viaggio nella conoscenza durato quattro anni. 

La città dei due mari è il punto di partenza per l’edizione 2025 del progetto M.A.R.E, Marine Adventure for Research & Education, con l’equipaggio del catamarano One percorrerà 1800 miglia lungo le coste della Sicilia, della Grecia e della Turchia per portare a compimento un ciclo di ricerca durato quattro anni e che ha interessato tutto il bacino del Mediterraneo.

L'obiettivo: capire lo stato di salute del Mediterraneo 

Nato per iniziativa della Fondazione Centro Velico Caprera con la collaborazione scientifica di One Ocean Foundation, il Progetto M.A.R.E. punta a restituire un quadro dello stato di salute del Mediterraneo attraverso una serie di indicatori fondamentali, come la presenza di inquinanti persistenti e metalli in traccia all’interno dello zooplancton (e quindi della catena alimentare) e la mappatura della biodiversità per mezzo dell’analisi del DNA ambientale. Un protocollo scientifico a cui si sono negli anni aggiunti numerosi altri progetti di ricerca portati avanti da diversi Enti e Università.

“Il catamarano One - commenta Stefano Crosta, Presidente della Fondazione Centro Velico Caprera ETS - è ormai l’epicentro di un network di ricerca internazionale e in questi anni ha visto alternarsi a bordo centinaia di ospiti, tutti coinvolti nelle attività di raccolta e campionamento, e decine di ricercatori di enti italiani e stranieri. Da decenni non si portava avanti un lavoro così articolato sul Mediterraneo ed è per noi motivo di grande soddisfazione essere i promotori di questa iniziativa”.

Tra Italia, Turchia e Grecia

Lo stesso sentimento riecheggia nelle parole di Riccardo Bonadeo Presidente di One Ocean Foundation. “Siamo orgogliosi di rinnovare per il quarto anno la partnership con la Fondazione Centro Velico Caprera ETS nel progetto M.A.R.E. come partner scientifici, con l’obiettivo di studiare la salute del Mediterraneo. Quest’anno completeremo la mappatura dell’intero bacino, includendo Grecia e Turchia, un traguardo che conferma il valore della sinergia tra ricerca e azione concreta per la tutela del mare”.

I numeri del progetto

 Negli ultimi anni, il progetto ha totalizzato 199 giorni di navigazione per 4.795 miglia percorse, che hanno portato alla pubblicazione di 7 articoli peer reviewed e 16 progetti di ricerca. Nello stesso periodo sono saliti a bordo 396 persone tra ricercatori e ambassador e realizzati 33 eventi di divulgazione lungo le rotte percorse.

 Un risultato che non sarebbe stato possibile senza il supporto di brand partner impegnati nella sostenibilità tra cui Shiseido, Yamamay, Fondazione Deutsche Bank Italia, Toio e Workness Club e di importanti patrocinatori istituzionali, come Marina Militare Italiana, Guardia Costiera e Regione Autonoma Sardegna.

La valenza divulgativa

Mette invece l’accento sulle valenze divulgative di M.A.R.E. Ginevra Boldrocchi, Coordinatrice Scientifica di One Ocean Foundation: “Concludiamo il primo ciclo di un progetto ambizioso, dedicato al Mediterraneo, hotspot di biodiversità marina. Abbiamo scelto un approccio rigoroso, basato su dati scientifici, perché solo con basi solide possiamo affrontare le sfide ambientali. Allo stesso tempo, la ricerca deve dialogare con le persone: attraverso la citizen science, la scienza diventa accessibile, abbattendo barriere e trasformandosi in motore di crescita e cambiamento sostenibile”.

Guardando al percorso compiuto finora, Stefano Crosta, traccia anche una possibile rotta per il futuro: “L’anno prossimo ripartiremo dal Tirreno, per verificare qual è il trend degli indicatori che monitoriamo. E poiché M.A.R.E. non è un concetto astratto ma un equipaggio che lavora insieme, ci piacerebbe che ogni ciclo di quattro anni potesse fare affidamento su una compagine stabile, sia in termini di partner che di enti di ricerca coinvolti. Inoltre, coerentemente con il nostro dna di scuola, lavoreremo per dare continuità tutto l’anno al progetto attraverso iniziative educational che coinvolgano il più ampio pubblico possibile”.

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