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Bari

Obiettivo primario: rigenerazione urbana e diritto allo studio. Le foto

Università, servizi e alloggi per studenti al centro degli Stati Generali della Rigenerazione urbana. L’amministrazione comunale: “Occorre ripensare i quartieri partendo dalla conoscenza”

BARI – Trasformare Bari in una città della conoscenza e dei diritti, dove università e urbanistica collaborano per costruire un futuro condiviso. È questo il cuore dell’incontro che si è tenuto ieri negli spazi BIMP del Politecnico, dal titolo “La città che apprende – Istruzione, università e conoscenza”, quarto appuntamento degli Stati Generali della Rigenerazione urbana, il percorso avviato dall’amministrazione comunale per rilanciare la partecipazione civica e progettare la città di domani.

La sfida è duplice: invertire il calo di iscrizioni agli atenei cittadini e migliorare la qualità della vita degli studenti. Oggi Bari ospita due università, tra cui l’unico Politecnico del Mezzogiorno, un Istituto agronomico mediterraneo, 11 centri di ricerca del CNR e un articolato sistema educativo e culturale. Ma l’attrattività accademica è in calo, e il Comune punta a invertire la rotta agendo su servizi, alloggi, mobilità e rigenerazione urbana.

Secondo la vicesindaca con delega alla Rigenerazione urbana Giovanna Iacovone, è necessario rafforzare il rapporto tra università e città per promuovere una nuova cittadinanza studentesca. Studenti, docenti, ricercatori e personale scolastico devono sentirsi parte integrante dei quartieri in cui vivono. Questo significa creare alloggi accessibili, sia tramite nuovi studentati, sia attraverso il recupero dell’edilizia pubblica inutilizzata e l’incentivazione all’affitto del patrimonio privato, in particolare nelle zone oggi colpite dal fenomeno della turistificazione.

Ma il diritto allo studio si costruisce anche nei luoghi del quotidiano. La strategia comunale punta a potenziare servizi pubblici, mobilità sostenibile, spazi culturali e poli civici. L’obiettivo è favorire la convivenza tra studenti e residenti, con un’offerta variegata di luoghi in cui formarsi, socializzare e crescere. Progetti come Spazio 13, Officina degli Esordi, l’Accademia del Cinema dei Ragazzi e il recupero di aree come la ex Manifattura dei Tabacchi e la ex Caserma Magrone vanno in questa direzione.

Un ruolo chiave lo gioca anche la mobilità urbana, da rendere più efficiente e sostenibile con biglietti integrati, incentivi all’uso della bicicletta, rimborsi chilometrici e sistemi di sharing. In parallelo, si punta al potenziamento del placement dei neolaureati, attraverso strumenti come Porta Futuro e la Casa delle Tecnologie Emergenti, e rafforzando il dialogo con le imprese già insediate nell’area metropolitana.

L’intervento dell’assessore alla Conoscenza Vito Lacoppola ha evidenziato il ruolo della formazione fin dai primi anni di vita. Grazie ai fondi del PNRR, è stato avviato un Piano straordinario per l’infanzia con la realizzazione di 10 nuovi asili nido, in grado di rispondere alle esigenze di circa 700 famiglie in attesa. Parallelamente, si lavora a un Documento programmatico Zerosei per unire in un’unica visione pedagogica la fascia d’età da zero a sei anni, rafforzando il legame tra genitorialità, cura e comunità.

Anche il mondo universitario è coinvolto nella ridefinizione degli spazi urbani. I protocolli d’intesa con il Demanio permetteranno di destinare la ex Caserma Magrone a residenze e servizi per studenti, mentre nella ex Caserma Rossani stanno per essere completati nuovi spazi per lo studio e la cultura.

Secondo il docente di Urbanistica Nicola Martinelli, la sinergia tra sistema universitario e rigenerazione urbana è ormai un punto fermo. L’articolo 34 della Costituzione sul diritto allo studio deve tradursi in politiche urbane che favoriscano l’inclusione e il benessere degli studenti, rendendoli parte attiva della vita cittadina. Anche progetti come “Puglia Regione Universitaria” e la trasformazione di strutture dismesse in nuove residenze universitarie – come l’ex Istituto Nautico Caracciolo o l’ex Ospedale Militare Bonomo – dimostrano che Bari non parte da zero.

Un ulteriore passo sarà la sperimentazione dell’abitare diffuso, in particolare in quartieri come il Libertà, dove si potrebbe avviare un processo di riqualificazione sociale e urbana attraverso l’insediamento di studenti in immobili oggi sottoutilizzati.

Infine, l’intervento di Terry Marinuzzi del coordinamento Scuole Diffuse Puglia ha ricordato l’importanza della partecipazione civica dei genitori nelle scuole, in particolare nelle aree periferiche. I patti di collaborazione siglati con il Comune rappresentano una buona pratica da valorizzare, che dimostra come l’impegno delle famiglie possa trasformare la scuola in un vero motore di rigenerazione sociale e urbana.

Bari si candida così a diventare un laboratorio nazionale della conoscenza e dell’inclusione, puntando su una città a misura di studenti, genitori, docenti e cittadini.

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