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Il caso

«Taranto Università autonoma? Occorre essere seri»

Tursi e Giorno (Pd) intervengono dopo il consiglio comunale monotematico

La sede di Taranto dell'Università

La sede di Taranto dell'Università

«Università degli studi di Taranto. Sarebbe una grande soddisfazione, una di quelle che farebbe sentire tutti, politica e cittadinanza, felici e grati di aver raggiunto un risultato così importante. Eppure, nonostante se ne parli da anni, non siamo mai riusciti, come città, a fare mezzo passo avanti in questa direzione. La mozione approvata in consiglio comunale porta in dote la speranza di una classe politica unita, almeno in questo caso, sulla volontà di avere per Taranto una università autonomia e territoriale. Ma la volontà non basta. E nemmeno le note stampa in cui si elencano cose e progetti che poco hanno a che fare con il vero radicamento universitario. Specie perché raggiungere un traguardo come questo è di una complessità enorme, tra scogli normativi, volontà politiche e soldi da mettere in campo. E allora nessuno può pensare di giocare con i tarantini visto che ogni volta, passato il consiglio comunale di turno, non accade mai nulla».
A parlare sono Giuseppe Tursi, segretario cittadino del Pd Taranto, e Mattia Giorno, consigliere del presidente della Regione Puglia.
«Per avere l'autonomia serve prima costruire una vera dimensione universitaria con quello che c'è già», dicono i due esponenti dem. «Da dove cominciare allora? Dal mettere insieme gli studenti, vicini geograficamente, in sedi idonee. Dal creare progetti che creino una integrazione tra dipartimenti. Dall'avviare la battaglia per istituire il Dipartimento ionico del Politecnico al pari di quello di UniBa. Dall'individuare palazzi funzionali simili alla Caserma Rossarol, come Palazzo Troilo, dopo aver dato Galeota e Delli Ponti a PoliBa ma senza aver iniziato i cantieri previsti e promessi. Dall'avviare l'iter per la fondazione universitaria. Dal lavorare seriamente per il dipartimento di medicina al San Cataldo, con tanto di sede, senza lasciare la Regione sola in questa battaglia.
Esistono oggi le condizioni per fare tutto ciò? Sì. Ed era anche nel nostro programma elettorale. E allora, superiamo inutili note stampa autocelebrative e mettiamoci per davvero al lavoro, oltre ogni ipocrisia, senza prendere in giro i cittadini. Perché fallire su questo percorso minerebbe ancora di più la fiducia dei tarantini e rischierebbe di indebolire quel poco di università che già c'è. Aspettiamo per questo una proposta seria e un cronoprogramma di interventi. Per Taranto e la sua università, noi ci siamo e ci saremo».
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