In fumo le supercar di Blasi

Cinque auto di lusso andate in fumo e un danno complessivo di circa un milione e mezzo di euro. È questo il bilancio dell'incendio che nelle scorse settimane ha distrutto, a Oria, un capannone nel quale erano custodite alcune supercar certo non alla portata di tutti: due Ferrari, una Porsche Carrera e due Mercedes, di cui un modello rarissimo del 1957. E infatti il proprietario di cotanto tesoro non è un personaggio qualsiasi: si tratta di Luigi Blasi, ricco imprenditore di Manduria, noto a Taranto per essere stato presidente della società di calcio con la quale sfiorò anche la promozione in serie B.

Blasi ormai da tempo ha il suo centro di interessi a Imola, con la sua impresa BGroup, considerata la più importante realtà italiana nel settore delle macchine agricole tecnologicamente più evolute. I numeri della BGroup parlano chiaro: sei siti produttivi, un mercato che si estende in 50 paesi in quattro continenti e un fatturato che supera i 120 milioni di euro.

L'incendio che ha distrutto i suoi gioielli risale al 19 marzo scorso e vano è risultato l'intervento, pur tempestivo, dei vigili del fuoco di Francavilla Fontana e di Brindisi. Dai primi rilievi si escluderebbe una natura dolosa dell'incendio. Più accreditata l'ipotesi di un corto circuito che potrebbe essersi generato nelle fasi di ricarica elettrica proprio di una delle auto andate distrutte. 

Il nome di Blasi è stato spesso associato al Taranto negli ultimi anni, nell'ipotesi - finora mai realizzata - di un suo ritorno alla guida della società rossoblù. Negli anni scorsi si era parlato anche di un suo possibile interessamento al Bari. Ma finora la passione di Blasi per il calcio va confinata prima alla sua esperienza giovanile di calciatore del Manduria e in seguito, come presidente, alle gestioni prima dello stesso Manduria e poi, come detto, del Taranto.