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Comune - La crisi
18 Febbraio 2024 - 06:00
L'aula semideserta del consiglio comunale
«La sfiducia al sindaco avvenga in aula». Lo affermano i consiglieri Luigi Abbate (Taranto senza Ilva), Massimo Battista (Una città per cambiare), Francesco Battista (Lega), Francesco Cosa, Cosimo Festinante, Walter Musillo (Svolta Liberale), Tiziana Toscano e Giampaolo Vietri (Fratelli d'Italia). Si tratta della prima reazione alla conferenza dei consiglieri Piero Bitetti e Stefania Fornaro, che invece hanno sposato la linea delle dimissioni davanti ad un notaio entro il 24 febbraio, ultima data utile per andare ad elezioni già a giugno.
«A seguito della decisione assunta dalla maggioranza e del Presidente Bitetti di dichiarare decaduta la mozione di sfiducia al sindaco (quella all'ordine del giorno della seduta consiliare del 3 febbraio e non discussa per mancanza del numero legale, ndr) - affermano i consiglieri - stiamo ripresentando la stessa già depositata in data 18 Gennaio 2024, così come è previsto dall'art 52 del t.u.e.l. La maggioranza, come risaputo, ha fatto mancare il numero legale al consiglio comunale in cui la mozione sarebbe dovuta essere discussa e ora appellandosi a pareri opinabili ritiene che tale atto non possa essere discusso in una seconda convocazione. Sarebbe bastata la presenza in aula quel giorno del capogruppo di CON, assente, e la questione sarebbe già stata affrontata».
«Da qui - affermano i firmatari della nota - la nostra iniziativa di riproporre ex novo la medesima mozione con l’obiettivo di capire se la maggioranza ha i numeri per governare la città e far si che, ognuno, in modo trasparente si esprima in consiglio sull'operato dell'amministrazione assumendosi le proprie responsabilità. Viste le improvvise giravolte di alcuni colleghi consiglieri le cui ragioni sfuggono a nostro avviso alla logica politica riteniamo rispettoso per la città che questa volta la verifica politica avvenga alla luce del sole per rispetto dell'intera città. Alla luce del sole come sarebbe dovuto accadere già due anni fa secondo il PD ionico e il Presidente della Regione».
«Invitiamo pertanto tutti i consiglieri che non condividono l'operato dell'amministrazione - concludono - a sottoscrivere nuovamente la mozione. Anche le firme di chi finora ha avuto grandi responsabilità di governo della città e della regione, come quelle del PD, sono in questo momento utili. Sono due mesi ormai che li invitiamo ad unirsi a questa iniziativa».
Successivamente il consigliere Massimo Battista ha fatto sapere che, nel caso ci fossero quindici firme dal notaio, la sua e quella del consigliere Abbate sarebbero la sedicesima e la diciassettesima per produrre lo scioglimento del consiglio comunale.
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