Il grande assente: l'interesse della Città

Nell’annunciare l’ennesimo rimpasto di giunta, il sindaco Rinaldo Melucci richiama con tono imperioso l’interesse della città. Ma è proprio l’interesse della città che resta il grande sconosciuto di questa tempesta che lo stesso sindaco ha provocato prima con l’abbraccio ad Italia Viva, poi con la revoca dell’assessore Francesca Viggiano. Nessuna motivazione politica in quell’atto, se non il rimando alla rottura del rapporto di fiducia. Una fiducia suturata nel giro di una settimana, dopo che Pd, Con e M5S avevano annunciato/minacciato l’appoggio esterno. Ma il Pd non aveva i numeri per farlo se non a prezzo di una profonda spaccatura al suo interno. E Melucci, dal suo canto, non ha voluto rischiare, forse anche a fronte del gelo calato da Bari rispetto alle sue intemperanze politiche. Così è nato questo nuovo compromesso per il quale il Pd adesso gioisce. Ora non sappiamo con quale spirito Melucci e Viggiano torneranno a parlarsi: la revoca... revocata resta forse l’anomalia più macrospica di questo ennesimo rimpasto. Diciamo che dignità politica e personale sono rimaste molto sullo sfondo in questo caso.

C’è un altro aspetto che colpisce: la brutale estromissione di Laura Di Santo. Anche in questo caso, nessuna motivazione politica. Solo una necessità di salvaguardare rapporti di forza interni alla maggioranza. Più spirito di sopravvivenza che interesse della città. Infine, resta un mistero il criterio della distribuzione delle deleghe: in base a quali competenze vengono distribuite: quale garanzia di efficienza e competenza possono offrire assessori che come pedine senz’anima vengono sballottati da un assessorato ad un altro senza nemmeno avere il tempo di prendere confidenza con la scrivania di un ufficio che subito dopo si ritrovano a traslocare in altra stanza? Quanto durerà questa volta?   

Melucci, ecco la nuova giunta

Nuovo sconvolgimento di deleghe. Rientra Viggiano