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L'intervento
17 Novembre 2023 - 07:00
Una veduta di Taranto
Dall’architetto Antonio Fanigliulo riceviamo e pubblichiamo queste riflessioni sul percorso per la costruzione del nuovo piano urbanistico della città. Intanto, proprio sul Pug il prossimo 20 novembre, a partire dalle 15 è previsto un pomeriggio di attività nella biblioteca comunale “Pietro Acclavio”, prima con i rappresentanti del mondo scolastico, universitario e della ricerca, poi con i rappresentanti delle associazioni di volontariato e delle istituzioni religiose. I prossimi 4 e 5 dicembre, invece, sarà la volta di agenzie pubbliche, associazioni di categoria, stackholder privati e ordini professionali. Gli incontri, aperti alla cittadinanza, saranno gestiti dalla direzione Urbanistica e vedranno la partecipazione dell’assessore a Urbanistica, Infrastrutture Strategiche e Mobilità Sostenibile, Mattia Giorno, della dirigente Simona Sasso e del gruppo di progettisti esterni guidati dal professor Francesco Karrer.
Lunedì 30 ottobre si è tenuto il primo dei tre appuntamenti programmati dall’Assessorato e dalla Direzione Urbanistica per riavviare il percorso di partecipazione e ascolto della comunità tarantina che dovrebbe portare alla formazione del nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG).
L’incontro, sebbene la sensatezza di alcune precisazioni, per quanto ricco di argomentazioni e proposte già note e persino scontate, complessivamente è parso sterile e avvilente, vecchio e ridondante, assolutamente insoddisfacente, persino inutile. Ancora una volta - mostrando tutta l’insoddisfazione e il rammarico dei tarantini per il decadimento, le violazioni e le aggressioni ai loro luoghi - ha fatto emergere e evidenziato tutta la ritrosia e l’arretratezza di cultura urbana di una Città, e soprattuto del suo Governo del Territorio che fatica a comprendere, e prenderne atto, che anche L’URBANISTICA È ENTRATA NELL’ERA “TELEMATICA”, dove: il commercio è on-line; la Piazza è l’ iPhone; l’auto si avvia ad essere un servizio autonomo senza conducente e non necessità di parcheggio sotto casa; il lavoro da smart working; ecc.; dove nessuno ha poteri speciali per fermare o invertire questi processi di trasformazione socio-economici e culturali. Fattori che necessariamente richiedono e impongono la ricerca di NUOVI MODELLI URBANI di organizzazione fondiaria, spaziale e di sviluppo territoriale che sicuramente non sono più - e non posso esserlo - quelli che dal dopoguerra ad oggi abbiamo conosciuto e assurdamente utilizzato, peraltro creando “luoghi urbani” assolutamente invivibili e insostenibili.
Evidentemente, nella concezione “burocratica” di Piani e Progetti Urbanistici del Governo del Territorio del Comune di Taranto, ci deve essere qualcosa che li porta a fare sempre le stesse incongrue scelte, senza mai tirasi fuori dal pantano, facendo sprofondare sempre di più la Città. Forse è ora di comprendere che: la città non si identifica con “l’aggregato minerale costruito” ma con il suo capitale umano! Quando esso viene meno il tessuto fatto di case, chiese, edifici pubblici, ecc., divengono solo “cattedrali nel deserto”. Questo è un principio basilare che porta a “ribaltare” il modo di intendere, di pensare e di progettare lo spazio urbano per la città. Quindi ad avere un “MODELLO URBANO” totalmente differente da quelli che sono stati costruiti fino ad oggi (luoghi per le macchine e non Città per l’Uomo), come non è stato in passato.
Purtroppo, ahimè, la Città di Taranto perde oltre 1.500 abitanti l’anno! Con un trend in crescita, negli ultimi cinque anni ha perso circa “diecimila” abitanti. Per questo, il “decremento demografico” è il primo vero problema che incombe, minaccia e attanaglia la Città, da tenere nella più alta considerazione e dal quale bisogna partire. Correttamente, qualcuno a gran voce, ha osservato che è momento di prendere definitivamente atto, consapevolezza e convinzione che la “Portata Insediativa” complessiva della Città di Taranto, per le ragioni urbanistiche, all’attualità pu attestarsi su una previsione massima di 200.000 abitanti, ovvero di 150.000 ab se si escludono i nuclei distanti (poli/borgate) che comunque meritano riflessioni e considerazioni proprie.
Attardarsi a trattare di argomenti come “accessibilità e sicurezza nella Città vecchia (nuovo attraversamento/tunnel)”, ovvero delle “questioni aperte” come individuate e formulate dal DPP 2018 e 2023, valutate con le sue stesse logiche e prerogative, denota soltanto una mancanza di rispetto e sensibilità storica, oltre che di visione e conoscenza nuova: alla fine un voler perdere tempo! Si ritiene, invece, che per la Città di Taranto, per quanto complessa, in una speciale capacità di visione creativa e di ampio raggio, serve un originale e strategico slancio culturale e progettuale “urbatettonico” per superare gli anacronismi, le deficienze e l’arretratezza di una pianificazione urbanistica legata agli stereotipi degli standard urbanistici e della proprietà fondiaria, persino delle norme che ancora pensano alla costruzione della città “per parti”; magari come assemblaggio di vari e diversi pregiudizievoli Piani di Lottizzazione, quindi astraendosi dalla visione di Città Pubblica e dal “Diritto alla Città” di tutti i cittadini.
Al pari del “decremento demografico” in atto, chiedere e attuare la “riduzione” delle superfici fondiarie di PRG eccedenti e già tipizzate, e la loro restituzione/permanenza nel territorio naturale agricolo, non è un’eresia e deve essere il “primo atto pubblico” concreto della Città. Circa il 50% in meno delle aree naturali/tipizzate e di consumo si suolo. Serve solo il coraggio, la volontà politica e la determinazione di affrontarle. Peraltro, proprio per dette aree, frutto in passato di scelte urbanistiche scellerate, irrazionali, sovrastimate e sbagliate, molta gente della proprietà fondiaria, raggiunta dal “fisco delle aree tipizzate”, è prostrata da sofferenze indescrivibili ma ben note alle classi dirigenti. Pertanto è necessario guardare avanti e dar vita ad un nuovo processo di Pianificazione Urbanistico-Territoriale di nuovissima generazione, con un “NUOVO MODELLO URBANO SOSTENIBILE”, perequativo, generalizzato, coordinato e integrato, che nel medio e lungo termine porti alla “trasformazione radicale del “sistema urbano recente” mediante la RiCostruzione di nuove realtà urbane e territoriali che vedano l’Uomo e il suo ambiente protagonisti assoluti e indiscussi per abitare una città vivibile e del benessere, e mantenere il territorio nelle sue amenità, senza deturpamenti e senza spreco di suolo! Se c’è da pensare ancora ad una espansione urbana per realizzare esclusivamente infrastrutture e servizi pubblici collettivi (meglio sarebbe dire “protesi urbane”), essa non può che avvenire in MARE. Ovviamente tutto - dopo i dovuti e necessari rilievi, analisi, ricerche, studi, verifiche e quanto altro - prima di tutto va opportunamente “disegnato”! Magari in linee generali e di massima, ma comprensibili. Solo successivamente andrà portato al vaglio delle parti sociali e cittadinanza.
Entrando nello specifico del DPP, per le ragioni innanzi espresse, esso lascia molto perplessi, insoddisfatti e delusi. Ho la sensazione, anzi la ferma convinzione, che con le sue basi e le sue prerogative, al massimo potrà rilasciare un “Piano Tecnico di Aggiornamento e/o Adeguamento” del PRG vigente alle Normative, Piani Territoriali sovraordinati e progetti avviati, in quanto intervenuti. Lasciano molte incertezze, e aprono a tanti dubbi lo stupefacente stato di “genericità e fuggevolezza”, talvolta le contraddizioni, oltre che la mancanza di idee, visioni nuove, strategie e creatività, l’assenza di proposte. Dopo ormai più di cinque anni che la Città discute e si interroga, anche con il professionista incaricato del DPP sulle necessità e delle ragioni di un nuovo PUG per Taranto; che si evidenziano le enormi criticità Urbanistico-Ambientali, di mobilità, razionalizzazione e ammodernamento infrastrutturale della rete dei servizi, e molto altro; un’Idea e/ o una Visione della Città Futura di Taranto non sembra venire fuori. Legittimamente, qualcuno degli addetti ai lavori per la redazione del Nuovo PUG, una sua idea ce l’ha, se l’è fatta, o aspetta che qualcun altro, o altri, la tirino fuori o la suggeriscano? Nel DPP si legge: « è indispensabile disporre di indirizzi di politica urbanistica, … Quindi detta l’elenco delle principali QUESTIONI APERTE sulle quali è necessario formulare orientamenti, indirizzi e direttive …». Evidentemente, detti “indirizzi di politica urbanistica”, se non casuali o di routine, sono scaturiti tutti dalle approfondite analisi, studi e ricerche sulla Città di Taranto e del suo Territorio che il professionista incaricato con la sua equipe avrà scientemente condotto. Ragionevolmente, per avere la massima conoscenza del tema che affronta e per cui ha mandato, il DPP non avrebbero dovuto essere accompagnato da un altrettanto nutrito ventaglio di proposte da sottoporre al pensiero, al giudizio e al dibattito collettivo dei cittadini? Oltretutto, nell’intervista del dicembre 2022 lo stesso professionista incaricato affermava: «il piano lo disegnerei in poco tempo, ma il piano non è per me, è per la città, e devo aiutare la città a ridisegnarsi». E quale “aiuto” offre se non è lui stesso, per primo, ad avanzare un ampio ventaglio di proposte!
Altra importante significativa considerazione, che verosimilmente porta ad inficiare e vanificare gran parte del lavoro del DPP, è il fatto che allo stesso, e soprattutto all’aggiornamento 2023, sembrano sfuggire due importantissimi provvedimenti legislativi che - innovando significativamente l’Urbanistica - di fatto “rivoluzionano” totalmente il modo modo di “intendere”, e di “pensare la Città”, di “fare” Urbanistica e di “esercitare” il Governo del Territorio. Sono: i commi 258 e 259 dell’art.1 della L. 244/2007 che portano a considerare le Aree ERP e ERS come Standard Urbanistici (da sommarsi a quelli del D.M. 1444/68); e la L. R. P. 18/2019 “Norme in materia di Perequazione e compensazione Urbanistica” che impongono il “Registri dei Diritti Edificatori”, quindi la “BANCA dell’EDILIZIA”, che sicuramente andranno a rivoluzionare lo stesso mercato immobiliare, e non solo. Inoltre, il DPP appare frenato e sembra ignorare o non tenere nella giusta considerazione altri importantissimi temi come: l’Economia Urbana; l’Autofinanziamento delle trasformazioni urbane; gli “Indici Perequativi”, ecc.
Penso che la Città di Taranto e il suo territorio, già vittima di scelte scellerate, violente, aggressive e insane, oltre che di un devastante e sovradimensionato PRG, ad altissimo consumo di suolo - avendone tutte le potenzialità - abbia bisogno, meriti e reclami ad ogni costo un PianoProgetto Urbanistico-Territoriale “CORAGGIOSO, RADICALE e INNOVATIVO”. Per quanto “Città complessa”, deve ritenersi Città “unica” e speciale, nel suo genere e nel panorama internazionale. Perciò merita una trattazione urbanistica non comune e di altissimo livello qualitativo!
È innegabile, responsabilmente va preso definitivamente atto che la “città-territorio dei Due Mari” è “soffocata” da “cinque mostri”, ad altissima valenza urbanistica. Senza mezzi termini, con coraggio, autorevolezza e determinazione, bisogna necessariamente affrontarli, dare soluzione e risposte concrete che li trasformino da “problemi” e “pregiudizi” in “opportunità”: lo STABILIMENTO ILVA; la MARINA MILITARE, che con la sua “occupazione” pregiudica significativamente tutto il Modello Urbano della Città; il POLICENTRISMO, unico nel suo genere; la cesura della FERROVIA che divide la Città e dal suo Mar Piccolo; lo SPRAWL URBANO, vero e proprio “cancro urbano”, peraltro in crescita. Al tempo stesso, non si possono sottacere le enormi, eccezionali e uniche potenzialità della Città dei due mari, e di tutto il territorio dell’arco jonico offerte dal suo Bacino delle Acque Interne, una risorsa singolare, una “REGIONE D’ACQUA” di circa 10.960 Kmq che non si pu più continuare ad ignorare o sottovalutare. Ci porta a ritenere che il futuro della Città di Taranto non può essere visto con occhi convenzionali: essa è una Città che poggia su “Terra e Mare”, in una simbiosi davvero unica e speciale, che richiede una originalissima capacità di visione, interpretazione e creatività!
La nostra URBANISTICA è quella che con la Bellezza del’Architettura, del verde e del mare, del paesaggio progetta la città per l’Uomo, a misura d’Uomo: amena, solare, vivibile: la Ville Radieuse!
Temo, e mi rammarico, che il nuovo PUG sia esclusivamente un PIANO TECNICO! Di adeguamento e sostanziale conferma del vecchio disastroso PRG.
(architetto Antonio Fanigliulo)
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Testata: Buonasera
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