Melucci, una scelta spericolata

In fondo era nell’aria: i rapporti tra Melucci e il Pd erano logori da tempo. Lo stesso sindaco non lo nasconde affatto nella lunga lettera di addio, quando parla di tutte le tensioni, soprattutto recenti, che hanno segnato la sua relazione politica col Partito Democratico e, in particolare, con alcuni suoi esponenti.

Ora bisognerà capire quali saranno le conseguenze di questa bomba che Melucci fa esplodere alla viglia della visita di Matteo Renzi a Bari: solo una coincidenza? Come era da tempo logoro il sentimento di appartenenza al Pd, da tempo è noto il suo avvicinamento al partito dell’ex Presidente del Consiglio. Che sia in Italia Viva il futuro di Melucci? Lo scopriremo forse abbastanza presto.

Sono anche altri gli interrogativi che questa mossa impone. Innanzitutto, come reagirà il Pd - che non ha mai dato l’impressione di essere un partito guida dell’amministrazione -  a questa clamorosa sconfessione? Che tipo di deflagrazione si avrà in consiglio comunale dove già ora la maggioranza è attraversata da una particolare attività… sismica?

Appena il 2 ottobre Melucci aveva preteso – non da tutti accontentato – la sottoscrizione del documento col quale imponeva l’allargamento del «perimetro» della sua maggioranza proprio a Italia Viva che in questi giorni ha incoronato Massimiliano Stellato presidente regionale. Da ispiratore dell’ammutinamento del novembre 2022 a maggiore alleato di Melucci. 

Un tentativo, quello di allargare la maggioranza con l’obiettivo di avere attorno a sé maggiore forza e compattezza, che finora non ha dato particolari frutti, come dimostra la bagarre che si è scatenata in consiglio comunale giovedì scorso. La fuoriuscita dal Pd - che da questa vicenda esce malissimo -  rischia di aggravare una crisi di per sé non di semplice soluzione. Purtroppo c’è sempre una città di mezzo che rischia di pagare certe spericolatezze.