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Il Siderurgico

«Ex Ilva, situazione disastrosa»

Brigati (Fiom): «Si rischia il punto di non ritorno»

Francesco Brigati

Francesco Brigati

Una «situazione disastrosa» sul versante delle «manutenzioni ordinarie e straordinarie», oltre che riguardo «agli interventi sugli impianti», con «fermate continue» e «calo della produzione». E’ a tinte fosche il quadro della situazione che si vive nello stabilimento Acciaierie d’Italia di Taranto, secondo le parole del segretario generale della Fiom Cgil di Taranto, Francesco Brigati. Parole, quelle di Brigati, che arrivano ventiquattr’ore dopo la lettera-appello dei vertici nazionali di Fim, Fiom e Uilm a Giorgia Meloni, nella quale di paventa il rischio di «inevitabile spegnimento» dell’acciaieria tarantina.

In un video diffuso sul canale youtube della Cgil di Taranto, Francesco Brigati sottolinea come per l’ex Ilva «il rilancio non c’è stato» evidenziando come il nodo sia l’Altoforno 5: «Aspettiamo ancora la ripartenza, siamo fermi». E se il 2023 segnerà il record negativo della produzione («minimo storico») anche sul fronte dell’ambientalizzazione Brigati descrive una situazione di grande difficoltà. Lo stop ai fondi Pnrr “pesa”, sulla decarbonizzazione si registra un «disimpegno», perchè «al momento non abbiamo risorse e non sappiamo se ci saranno».

All’orizzonte c’è una scadenza, quella di  maggio 2024, quando «Invitalia potrà entrare nel capitale sociale di Acciaierie d’Italia con la maggioranza pubblica: ma se non ci sono interventi, non si convocano le parti sindacali, non c’è un piano industriale, temiamo che la situazione possa peggiorare già dalle prossime settimane». «Si sta andando alla deriva» è l’allarme lanciato dal segretario generale della Fiom Cgil tarantina «metteremo in campo delle iniziative di mobilitazione perchè davvero la situazione sta degenerando il rischio è quello di trovarsi di fronte ad un punto di non ritorno. Il governo deve fare la sua parte».

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