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Le storie dello sport

Addio a Ginulfi, negò l'ultimo gol a Iacovone

La morte dell'ex portiere della Cremonese

Alberto Ginulfi (Foto dal sito dell'As Roma)

Alberto Ginulfi (Foto dal sito dell'As Roma)

Quel 5 febbraio del 1978 disputò una partita memorabile. Impossibile fargli gol, e così Taranto-Cremonese terminò 0-0. Del resto, come adesso ricordano tutti, qualche anno prima, nel ‘72, con addosso la maglia della Roma si era permesso pure un benevolo oltraggio al Re: parò un calcio di rigore a Pelè, con il suo Santos impegnato in un’amichevole allo stadio Olimpico.

Alberto Ginulfi è morto ieri, 6 settembre, all’età di 81 anni. Dopo le stagioni in giallorosso dal ‘62 al ‘75, giocò a Verona e Firenze, prima dell’esperienza alla Cremonese. E nel 1978 la storia di questo eccellente portiere, figlio di quella “scuola italiana” che ha consegnato al ruolo più letterario del fútbol talenti di livello mondiale, si incrocia con quella di un altro uomo - e di una città. Perchè Ginulfi è il calciatore che ha negato l’ultimo gol ad Erasmo Iacovone. Le provò tutte, allora, il ragazzone con la maglia rossoblù. Ma niente, Ginulfi quel giorno era in stato di grazia, tanto che pure il palo - per due volte - si mise ad aiutarlo.

Sbuffò, Erasmo, quando l’arbitro decise che il duello tra il numero 1 ed il numero 9 doveva finire. Ma poi, con quel mezzo sorriso malinconico che i tarantini avevano imparato ad amare, avrà pensato che sì, era ancora capocannoniere in serie B, il Taranto in lotta per la promozione, e la decima rete in campionato l’avrebbe segnata presto. Stretta di mano al rivale di giornata, e testa alla prossima gara. Che non giocherà mai. Perchè Erasmo Iacovone, 25 anni, una figlia in arrivo, qualche ora dopo sarà ammazzato da una AlfaRomeo rubata che andò a schiantarsi a folle velocità, ed a fari spenti, sulla sua piccola Dyane 6.

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