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La mobilitazione

Referendum contro la riforma Nordio, al via la raccolta firme

Il consigliere regionale Cosimo Borraccino sostiene l’iniziativa promossa da 15 cittadini. Obiettivo raggiungere 500.000 sottoscrizioni per contrastare una riforma ritenuta lesiva dell’autonomia della magistratura

Cosimo Borraccino

Cosimo Borraccino

TARANTO - Un gruppo formato da 15 cittadini ha avviato la raccolta firme per un referendum contro la cosiddetta riforma Nordio, con l’obiettivo di raggiungere 500.000 sottoscrizioni necessarie per portare il quesito al voto popolare. A darne notizia è il consigliere regionale Cosimo Borraccino, che definisce l’adesione all’iniziativa un dovere morale a cui tutti sono chiamati, richiedendo solo pochi minuti di tempo.

Secondo Borraccino, la firma rappresenta un gesto chiaro per dire no alla linea del governo Meloni, accusato di voler assoggettare la giustizia e la magistratura al potere politico. Un percorso che, a suo giudizio, rischia di compromettere le scelte dei cittadini, spesso inconsapevoli delle conseguenze che una riforma di questo tipo potrebbe produrre.

Il consigliere regionale sottolinea come la riforma venga presentata come strumento di rafforzamento del sistema giudiziario, ma in realtà non garantirebbe né una maggiore efficienza né una reale equità. Al contrario, sostiene, l’intervento normativo rischierebbe di ridurre l’indipendenza della magistratura e di alterare l’equilibrio costituzionale su cui si fonda lo Stato di diritto.

Borraccino evidenzia inoltre che il tema della separazione delle carriere sarebbe già stato di fatto affrontato con la riforma Cartabia, che ha previsto percorsi distinti per giudici e pubblici ministeri, rendendo superfluo un ulteriore intervento di rango costituzionale. A questo si aggiungerebbe il rischio di un rafforzamento del controllo politico sulla giurisdizione e di una conseguente minore tutela dei cittadini, esposti a possibili abusi di potere.

Per il consigliere regionale, si tratta dunque di una riforma non prioritaria, che finirebbe per indebolire uno dei pilastri della democrazia. Da qui l’invito a partecipare alla raccolta firme e a sostenere il referendum come strumento di difesa dell’autonomia della magistratura e dei principi fondamentali dell’ordinamento democratico.

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