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Bari

Legionella, controlli a tappeto in hotel e strutture ricettive

La Asl Bari conclude un progetto di prevenzione che ha coinvolto quasi 1.400 tra hotel, B&B e Rsa. Campionamenti mirati, bonifiche e adeguamenti degli impianti idrici per tutelare ospiti e lavoratori

Legionella

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BARI - Un’azione capillare di prevenzione e controllo per ridurre i rischi legati alla Legionella nelle strutture ricettive e di accoglienza della provincia. È il bilancio del progetto avviato dalla ASL Bari, che tra luglio e dicembre ha interessato 1.399 strutture, tra hotel, bed & breakfast e residenze sanitarie assistenziali, con l’obiettivo di rafforzare la tutela della salute di ospiti, pazienti e operatori.

L’iniziativa ha previsto una fase intensa di informazione, accompagnamento e verifiche sul campo, culminata in una mirata attività di ispezione e campionamento che ha riguardato 15 strutture, sottoposte a 157 analisi delle reti idriche. In presenza di concentrazioni elevate del batterio, espresse in UFC, sono scattate le procedure di bonifica e adeguamento degli impianti, come previsto dalla normativa vigente.

Il progetto è stato promosso dal direttore generale della ASL Bari Luigi Fruscio, in accordo con il direttore del Dipartimento di Prevenzione Nicolò De Pasquale, ed è stato organizzato dal coordinatore del Servizio Igiene e Sanità Pubblica Francesco Nardulli insieme al responsabile della U.O.S.V.D. Igiene Industriale Massimiliano Giuliano.

Nel dettaglio, il lavoro ha coinvolto 44 RSA, 174 hotel e 1.181 B&B, puntando a contrastare la diffusione della Legionella, un batterio che prolifera negli impianti idrici e può provocare la legionellosi, un’infezione respiratoria che in alcuni casi assume forme gravi.

Secondo Luigi Fruscio, la prevenzione efficace nasce prima di tutto dalla condivisione delle responsabilità. I controlli, sottolinea il direttore generale, restano fondamentali ma arrivano dopo un percorso di informazione e supporto che consente alle strutture di individuare e correggere le criticità, trasformando gli obblighi normativi in una vera cultura della sicurezza.

Il progetto si è articolato in 3 fasi operative. Nella prima è stata effettuata una mappatura delle strutture presenti sul territorio provinciale, includendo RSA e attività ricettive alberghiere ed extralberghiere, grazie a una collaborazione con l’Area Servizio Socio Sanitario della ASL Bari, la Camera di Commercio di Bari, Pugliapromozione e Federalberghi BA-BAT.

La seconda fase ha previsto l’invio di centinaia di comunicazioni contenenti materiale informativo, riferimenti normativi, questionari di autovalutazione e l’invito a partecipare a incontri formativi, sia online sia in presenza. Su 1.399 strutture contattate, 333 hanno aderito trasmettendo i questionari, con una percentuale complessiva del 23,8%. L’adesione è risultata molto elevata tra le RSA, pari al 91,1%, soddisfacente per gli hotel con il 70%, più contenuta tra i B&B, al 15,16%.

Sulla base di criteri di priorità, tra cui la mancata risposta, l’assenza di un DVR aggiornato, il numero di posti letto e precedenti positività, sono state selezionate 15 strutture per la fase finale di controllo, nello specifico 6 RSA, 3 hotel e 6 B&B. Tra il 15 settembre e il 7 ottobre sono stati effettuati 157 campionamenti ambientali, in conformità alle Linee guida nazionali e alla DGR Regione Puglia n. 1333/2018, con analisi affidate al laboratorio microbiologico ARPA – Tecnopolis.

Gli esiti hanno evidenziato valori oltre i limiti in 12 strutture su 15, consentendo l’attivazione dei Servizi di Igiene e Sanità Pubblica territorialmente competenti. Sono quindi scattati i provvedimenti previsti dalla legge, con la bonifica delle reti interessate e successivi ricampionamenti per verificare l’eliminazione del rischio.

Come spiega Massimiliano Giuliano, il progetto ha permesso di individuare le principali criticità e di fornire strumenti operativi concreti ai gestori. Le prossime fasi dovranno ora concentrarsi sulle attività di assistenza e vigilanza previste dal Regolamento regionale 13/2009, con particolare attenzione alle strutture che non hanno collaborato o che presentano ancora positività dopo i primi interventi.

Un lavoro reso possibile, conclude Giuliano, grazie alla sinergia tra i servizi della ASL, le associazioni di categoria e ARPA, che ha contribuito a innalzare i livelli di sicurezza in un comparto strategico per il territorio, sia dal punto di vista sanitario sia economico.

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