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L'intervento

Riforma della Corte dei Conti, Borraccino: meno controlli e più rischi per le finanze pubbliche

Il consigliere regionale Pd critica la legge approvata al Senato: “Si riduce la responsabilità di chi governa e si indebolisce un presidio fondamentale di garanzia”

La sede della Corte dei Conti

La sede della Corte dei Conti

TARANTO - Una riforma che modifica in modo profondo il ruolo della magistratura contabile e che, secondo il Partito Democratico, rischia di ridurre i controlli sull’uso delle risorse pubbliche. È il giudizio espresso dal consigliere regionale del Pd Cosimo Borraccino dopo il voto avvenuto al Senato nella giornata di sabato 27 dicembre, quando è stata approvata la legge che interviene sulle funzioni della Corte dei Conti.

Per Borraccino si tratta di un provvedimento che limita il controllo sul potere esecutivo, alleggerendo le responsabilità di chi amministra e riducendo le conseguenze delle scelte politiche. Una norma che, a suo avviso, va a incidere su uno dei sistemi di garanzia più avanzati d’Europa, proprio quello che consente di contrastare sprechi e abusi e di porre argini all’azione dei governi.

Nel merito, il consigliere regionale evidenzia come la riforma introduca una riduzione dei poteri di controllo preventivo, assegnando alla Corte dei Conti un termine di 30 giorni per esprimere il proprio parere su atti e appalti, compresi quelli legati al PNRR e ai fondi europei. Trascorso questo periodo, in assenza di valutazioni, scatterebbe il meccanismo del silenzio assenso.

Altro punto contestato riguarda la limitazione della responsabilità erariale, con l’introduzione di un tetto massimo al risarcimento pari al 30% del danno contestato e con l’esclusione della colpa grave in alcuni casi. A questo si aggiunge una riorganizzazione interna dell’organo contabile, con l’accentramento di alcune funzioni e la soppressione delle figure dei procuratori generali regionali, trasformando di fatto la Corte dei Conti in un organismo sempre più consultivo e sempre meno giurisdizionale.

Secondo Borraccino è improprio parlare di svolta, perché la riforma non solo ridurrebbe un potere di controllo poco visibile ma essenziale, ma indebolirebbe il presidio sulla finanza pubblica, aumenterebbe il rischio di illegalità diffusa e limiterebbe la capacità della Corte di rallentare o bloccare atti amministrativi problematici. A suo giudizio, le conseguenze più gravi potrebbero ricadere sulla gestione dei fondi europei, con il rischio che l’Unione Europea debba supplire direttamente alle carenze dei sistemi di controllo nazionali.

Il consigliere ricorda come il Partito Democratico abbia più volte ribadito il valore centrale della Corte dei Conti nel controllo e nella corretta gestione del denaro pubblico e come, nei mesi scorsi, si sia opposto all’approvazione di una norma arrivata proprio alla vigilia delle festività natalizie.

Per Borraccino, le amministrazioni pubbliche hanno bisogno di controlli rigorosi e trasparenza, soprattutto quando si tratta dell’utilizzo delle risorse dei cittadini. Da qui la conferma di una netta contrarietà a una legge che, secondo il Pd, finisce per indebolire il sistema contabile del Paese e rafforzare invece le tutele per gli organi di governo a tutti i livelli.

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