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Bari
28 Dicembre 2025 - 07:33
Agricoltori
BARI - Il 2025 si avvia alla conclusione in un clima carico di incertezze e tensioni sociali, con uno scenario internazionale profondamente segnato dai conflitti in Ucraina e, in modo ancora più drammatico, in Palestina, dove la crisi umanitaria continua a produrre conseguenze quotidiane. In questo contesto, la FLAI CGIL Puglia ribadisce la necessità di continuare a costruire percorsi concreti di pace, giustizia sociale e solidarietà internazionale.
Il sindacato regionale ricorda di aver sostenuto e attuato con convinzione il progetto “Pane per Gaza”, promosso a livello nazionale da FAI CISL, FLAI CGIL e UILA UIL, come azione tangibile di solidarietà sindacale. Un’iniziativa che, secondo la FLAI, rappresenta un modo concreto di unire i lavoratori oltre i confini e le appartenenze, rafforzando il legame con chi subisce direttamente gli effetti della guerra e riaffermando un messaggio di umanità attiva.
Nel quadro geopolitico attuale, la FLAI CGIL Puglia esprime forte preoccupazione per quella che viene definita una progressiva perdita della vocazione originaria dell’Europa come spazio di pace e cooperazione, a favore di una crescente economia di guerra. L’aumento delle spese militari e la corsa al riarmo stanno ridefinendo le priorità politiche del continente, con ricadute dirette anche sul settore agricolo. In questo senso, il taglio annunciato alla Politica Agricola Comune viene indicato come un segnale allarmante, capace di mettere a rischio l’equilibrio già fragile del sistema agricolo e di colpire in modo particolare i piccoli produttori, in Puglia come nel resto del Paese.
Sul fronte nazionale, il sindacato denuncia un progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro nei settori primari. Secondo la FLAI, il governo continua a non dare risposte adeguate alle istanze di operai agricoli, lavoratrici e lavoratori, mentre aumentano precarietà e salari insufficienti. A fronte di una narrazione istituzionale che parla di crescita, l’agricoltura pugliese deve fare i conti con criticità strutturali, un aumento della disoccupazione e territori sempre più esposti al rischio di spopolamento.
Particolare attenzione viene riservata al tema del caporalato e dei ghetti, con riferimento diretto a Borgo Mezzanone, indicato come simbolo di una vergogna nazionale irrisolta. La FLAI CGIL Puglia sottolinea come la lotta allo sfruttamento resti troppo spesso affidata alle dichiarazioni, mentre mancano interventi strutturali efficaci. Le politiche di inclusione, secondo il sindacato, risultano deboli o addirittura ostili verso gli immigrati, spesso oggetto di criminalizzazione e sfruttamento.
In questo scenario complesso, la FLAI CGIL Puglia rivendica il lavoro svolto nel corso dell’anno dal proprio gruppo dirigente e dalla struttura sindacale sul territorio. Con una presenza costante nei luoghi del disagio, il sindacato afferma di aver difeso i diritti dei lavoratori e rafforzato le reti di solidarietà, registrando nel 2025 anche un incremento della rappresentanza sindacale, considerato un segnale di fiducia e radicamento.
L’azione territoriale viene collocata all’interno di un più ampio impegno condiviso con la FLAI nazionale, che contribuisce a rendere la categoria più compatta e autorevole. Guardando al 2026, la FLAI CGIL Puglia indica come priorità la prosecuzione della battaglia contro ogni forma di illegalità, la tutela dei diritti e la costruzione di una piattaforma per il rinnovo dei contratti, con l’obiettivo di restituire dignità ai salari.
Tra i settori da valorizzare e sostenere, il sindacato richiama il lavoro svolto dai dipendenti di Arif, dei Consorzi di Bonifica e del comparto della pesca, per il quale viene annunciata la volontà di avviare una forte azione vertenziale finalizzata al riconoscimento di maggiori diritti e tutele.
La FLAI CGIL Puglia conclude ribadendo che non arretrerà nella difesa degli ultimi, confermandosi come presidio per immigrati, persone in povertà e chi vive condizioni di disagio sociale. L’impegno per una politica di pace e solidarietà, anche a livello territoriale, viene indicato come irrinunciabile, con la giustizia sociale e la centralità del lavoro poste al centro dell’azione sindacale. La dignità di chi lavora la terra, sottolinea il sindacato, resta un principio non negoziabile.
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